tag:blogger.com,1999:blog-215765502024-03-05T22:59:10.889+01:00Chesterton roadCome ogni essere umano, anche il credente è immerso nelle fatiche e nei dolori quotidiani. Ma trova nella fede una lente che gli permette di vedere le stesse cose di sempre sotto una luce nuova. La fede non cambia il paesaggio, ma modifica lo sguardo dell'uomo.Unknownnoreply@blogger.comBlogger321125tag:blogger.com,1999:blog-21576550.post-20931634848187160672016-09-06T15:44:00.002+02:002016-09-06T15:50:39.344+02:00IL VERO ERRORE E' IL MATERIALISMO<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-kLNQdVhQR7-JnHSvt9azKonU_iZVvPxCmLhfvGtdF8wWMw_mYqz_RAWTQVtezYCpvxt-afUEStkdkwSAnGkGruieVpCgUrJdkFwbEcdOfqKesCc3OvruJ7Y50RhVN0NMewWM/s1600/diga.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-kLNQdVhQR7-JnHSvt9azKonU_iZVvPxCmLhfvGtdF8wWMw_mYqz_RAWTQVtezYCpvxt-afUEStkdkwSAnGkGruieVpCgUrJdkFwbEcdOfqKesCc3OvruJ7Y50RhVN0NMewWM/s640/diga.jpg" width="524" /></a></div>
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><a href="http://it.wikiquote.org/wiki/Karl_Marx" title="Karl Marx">Marx</a> non
ha solo mancato di ideare gli ordinamenti necessari per il nuovo mondo – di
questi, infatti, non doveva più esserci bisogno. Che egli di ciò non dica
nulla, è logica conseguenza della sua impostazione. Il suo errore sta più in
profondità. Egli ha dimenticato che l'uomo rimane sempre uomo. Ha dimenticato
l'uomo e ha dimenticato la sua <a href="http://it.wikiquote.org/wiki/Libert%C3%A0" title="Libertà">libertà</a>. Ha
dimenticato che la libertà rimane sempre libertà, anche per il <a href="http://it.wikiquote.org/wiki/Male" title="Male">male</a>. Credeva che, una
volta messa a posto l'<a href="http://it.wikiquote.org/wiki/Economia" title="Economia">economia</a>, tutto sarebbe stato a posto. Il suo vero errore è
il materialismo: l'uomo, infatti, non è solo il prodotto di condizioni
economiche e non è possibile risanarlo solamente dall'esterno creando
condizioni economiche favorevoli. (dall'enciclica Spe salvi, 30 novembre
2007)<o:p></o:p></span></div>
Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-21576550.post-70686448656056941982016-01-20T16:31:00.003+01:002016-01-20T16:31:53.876+01:00L'OBBEDIENZA DISTRUTTIVA<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0WDIN-y4B9SJTDlb3poiyxZ552kfIKa8RcNbvS7Ux7B3_GT5CkxtUeIP-ZVSOUU9X4cZ9qOLpZImV5ip4LmOg0-FXgU4ORHDeqhq81LjN3BCuQbCXYT2tKJx9ovjUGG6XvCf_/s1600/bocchiaro.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0WDIN-y4B9SJTDlb3poiyxZ552kfIKa8RcNbvS7Ux7B3_GT5CkxtUeIP-ZVSOUU9X4cZ9qOLpZImV5ip4LmOg0-FXgU4ORHDeqhq81LjN3BCuQbCXYT2tKJx9ovjUGG6XvCf_/s1600/bocchiaro.jpg" /></a></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial",sans-serif;">Cosa
ha portato centinaia di uomini ordinari, né sadici né particolarmente malvagi,
a perpetrare gli orrori dell’Olocausto? Da questa domanda e dal noto caso
Eichmann già oggetto delle riflessione di Hannah Arendt, si parte per indagare
sui potenti meccanismi psicologici di auto-assoluzione e auto-convincimento che
si attivano quando ci viene ordinato di compiere un’azione moralmente
inaccettabile. In questi casi, l’obbedienza e la deferenza a un’autorità
superiore divengono un antidoto ‘distruttivo’ alla propria coscienza.<o:p></o:p></span></div>
Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-21576550.post-55162384916974323172015-03-12T17:06:00.000+01:002016-09-06T15:54:38.336+02:00PROPORZIONALE O MAGGIORITARIO<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-gHOakIf-pmSJNlvIp_nXkdIDsHCw87A1UK3do0DhNTFix7_bYF9g-SU5sxHn8_jzodg16lf1p21bt2mDwmEO8mpvSymCA11IgpMsYgWLrvVFXRsGQKyXYVKtvlgJ_9m8TCvZ/s1600/sotto+sotto.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="567" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-gHOakIf-pmSJNlvIp_nXkdIDsHCw87A1UK3do0DhNTFix7_bYF9g-SU5sxHn8_jzodg16lf1p21bt2mDwmEO8mpvSymCA11IgpMsYgWLrvVFXRsGQKyXYVKtvlgJ_9m8TCvZ/s640/sotto+sotto.jpg" width="640" /></a></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Il
celebre articolo del 1944, con le considerazioni classiche sull'intrinseca giustizia
del sistema maggioritario<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><b>Luigi
Einaudi - CONTRO LA PROPORZIONALE <o:p></o:p></b></span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><br />
Ogni opinione, secondo i fautori del sistema della rappresentanza
proporzionale, ha diritto di essere rappresentata nei parlamenti, in ragione
del consenso che essa ha tra gli elettori. Se per ogni 100 elettori, 47 sono
conservatori (ripeto l'esempio britannico, per non porre insidiosi incerti
rapporti di forza tra i vari partiti italiani), 38 laburisti e 15 liberali, i
deputati siano, in un grande collegio con molti (100) seggi ed a rappresentanza
proporzionale, all'incirca 47, 38 e 15 rispettivamente; e non si corra il
rischio, come potrebbe verificarsi nei piccoli collegi separati, in cui la
maggioranza elegge essa il deputato, che vadano alla camera 70 conservatori, 30
laburisti e nessun liberale. Fin dal 1842 Victor Considérant in uno dei primi
scritti proporzionalisti affermava: "tutte le opinioni, anche le più
assurde e mostruose, hanno diritto di essere rappresentate". <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Ebbene
no. È necessario dichiarare invece apertamente che questa della rappresentanza
delle opinioni è, come tante altre, come ad esempio quella della autodecisione
dei popoli o della separazione assoluta del potere legislativo da quello
esecutivo o della sovranità dei parlamenti sui governi, e, peggiore di tutte,
della sovranità piena degli stati indipendenti, una concezione distruttiva,
anarchica, inetta a dar vita a governi saldi. La rappresentanza proporzionale
fu inventata da aritmetici raziocinatori, inetti a capire che i paesi non si
governano con le regole del due e due fanno quattro, e del 38 più 15 maggiore
di 47. Nossignori: 47 vale più di 38 e 15. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">I
parlamenti non sono società di cultura od accademie scientifiche. Sono organi,
il cui scopo unico è quello di formare governi stabili e di controllarne
l'azione. Come disse il primo ministro del primo governo laburista, Ramsay Mac
Donald, le elezioni non si fanno per contare le opinioni, per fare il
censimento (census, in inglese) delle sette, dei ceti, dei partiti, dei
movimenti, dei gruppi sociali, religiosi, politici, ideologici in cui si
fraziona una società, la quale sia composta di uomini vivi e pensanti; ma si
fanno per mettersi d'accordo in primissimo luogo sul nome della persona che in
qualità di primo ministro sarà chiamato a governare il paese, e in secondo
luogo sul nome di coloro che collaboreranno con lui o che ne criticheranno
l'operato. Le elezioni hanno cioè per scopo di creare il consenso (consensus e
non census) intorno ad un uomo ed al suo gruppo di governo ed intorno a chi
oggi sarà il suo critico e domani ne prenderà il posto se gli elettori gli
daranno ragione. Se non si vuole l'anarchia, questo e non una sterile
accademica rassegna di opinioni è lo scopo unico preciso di un buon sistema
elettorale. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Risponde
alla esigenza il sistema della proporzionale? No. I suoi fautori, ossessionati
dall'idea curiosa che un parlamento debba essere la fotografia della infinita
varietà delle opinioni che necessariamente lottano in un paese libero, hanno
dimenticato che non a caso esiste un rapporto fra il sistema elettorale vigente
in un paese ed il numero delle frazioni e dei gruppi in cui si divide il suo
parlamento. Vogliamo che il numero dei partiti, dei gruppi, dei sottogruppi
parlamentari si moltiplichi all'infinito? Dobbiamo in tal caso scegliere la
proporzionale; ma dobbiamo nel tempo stesso sapere che, così facendo, avremo
fatto quel che meglio si poteva per impedire il funzionamento di un governo
solido, duraturo ed operoso. Colla proporzionale, ossia con un collegio
elettorale grande (ad esempio, Lombardia, Piemonte, Emilia, ecc.), chiamato ad
eleggere, supponiamo, 50 deputati, scelti in modo che ogni gruppo, il quale
giunga almeno a 25 mila elettori abbia un proprio rappresentante, noi diamo un
premio al moltiplicarsi dei gruppi. Ognuno, il quale abbia o creda di avere
un'idea capace di attirare a sé 25 mila elettori, promuoverà la formazione di
un proprio gruppo. C'è chi vuole sia posto un dazio sul grano? o chi dice
essere un inaudito sopruso l'obbligo della vaccinazione? o chi voglia la
denuncia del concordato col Vaticano? o la introduzione obbligatoria della partecipazione
ai profitti degli operai? o chiede sia introdotto l'istituto del divorzio? C'è
chi è comunista staliniano? ovvero trotzkista? od anarchico di una delle varie
confessioni? o liberale all'antica, o neo-liberale? conservatore-liberale?
conservatore- riformista? cristiano-centrista o cristiano comunisteggiante?
Perché, chi ha un'opinione distinta e ben netta, chi ha un programma
particolare da attuare, il quale a lui pare sovra ogni altro importante, non
dovrebbe tentare di costituire un gruppo? Ed ecco i 50 deputati della Lombardia
divisi in quattro o cinque o dieci gruppi, provveduti ognuno di tanti deputati
quanti sono i quozienti di almeno 25 mila elettori che ogni gruppo è riuscito a
raccogliere sotto la sua bandiera. Ed ecco i 50 deputati del Piemonte divisi in
altri tre o quattro o sei gruppi, non identici necessariamente ai gruppi
lombardi. In ogni grande collegio, in Liguria, nel Veneto, in Toscana, in
Sicilia, gli interessi, le opinioni, i gruppi sociali sono diversi ed i gruppi
hanno una particolare fisionomia; ed ecco i parlamenti frazionarsi
all'infinito. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Pur
non esagerando, la probabilità della formazione di tre o quattro grossi partiti
e di una diecina di minori gruppi è evidente ed irrimediabile. Con siffatta
composizione non è improbabile che la formazione di una maggioranza di governo
dipenda dall'appoggio di qualche gruppo minore, il quale non rappresenta alcun
interesse veramente generale o nazionale, ma una qualunque idealità
particolare, cara ad una piccola minoranza della nazione. Se ci sono venti
deputati divorzisti ed altrettanti deputati anticoncordatari decisi a vendere
il proprio voto al più alto prezzo, pur di far trionfare il proprio particolare
punto di vista, ci troveremo dinnanzi ad un governo di coalizione, il quale
sarà costretto a far votare dalla propria maggioranza la legge divorzista o
quella anticoncordataria od un'altra qualunque legge, senza che vi sia alcuna
benché minima probabilità che quella legge sia sul serio voluta dalla
maggioranza degli elettori. I deputati sono eletti su programmi
particolaristici, classistici, professionali, religiosi i quali interessano
questa o quella minoranza, questa o quella fazione. Ogni gruppo spinge avanti
il proprio programma particolare; e la legislazione che ne esce è un composto
bizzarro di norme particolaristiche, volute ognuna da una piccola minoranza e
tali che sarebbero, se il referendum fosse una maniera ragionevole di formulare
leggi in faccende talora complicatissime, respinte tutte dalla grandissima
maggioranza dei cittadini.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"> In
fondo, la proporzionale è il trionfo delle minoranze; ognuna delle quali
ricatta le altre ed il governo, il quale dovrebbe essere l'espressione della
maggioranza, per costringere parlamenti e governi a votare e proporre leggi
volute dai singoli gruppi. Cinquanta divorzisti eletti come tali e formanti
gruppo a sé sono una forza ben diversa da cinquanta deputati, i quali hanno
iscritto il divorzio in un programma più generale di un partito il quale ha
ideali complessi, di cui il divorzismo è solo uno dei tanti aspetti. Il gruppo
dei divorzisti che non si preoccupa d'altro che del divorzio è disposto a dare
il voto a chiunque gli prometta di far trionfare il suo piccolo ideale e può,
all'uopo, addivenire alle alleanze più illogiche. I divorzisti generici invece,
che fan parte di una maggioranza che non vuol rinunciare al governo o che non
vuole perdere la speranza di conquistarlo, daranno al divorzio un posto
adeguato nell'ordine gerarchico dei fini da conseguire; e solo se esso sia
veramente richiesto dalla coscienza giuridica nazionale lo anteporranno agli
altri e giocheranno su esso le fortune del partito.<br />
Insieme ai ricatti, la proporzionale favorisce il dominio dei comitati
elettorali e toglie all'elettore ogni effettiva libertà di scelta dei propri
rappresentanti. In un grande collegio, come la Lombardia od il Piemonte, nel
quale l'elettore deve scrivere o far propri i nomi di 50 candidati, quale
conoscenza mai l'elettore ha di ogni singolo candidato? Ne conoscerà uno o due
o tre; gli altri per lui sono meri nomi. Egli deve votare la lista quale gli è
presentata dal comitato. Ogni cancellazione o sostituzione di nomi sarebbe
inoperante. Tanto vale egli si astenga dall'andare alle urne. Più il metodo
viene perfezionato, con i sistemi delle preferenze o dell'abbinamento delle
liste o dei voti cumulati, più imbrogliamo la testa dell'elettore medio e più
cresciamo il potere dei comitato che combinano le preferenze, i cumuli, gli
abbinamenti. L'elettore buon uomo ha creduto di dare il voto ad una lista perché
in essa aveva veduto i nomi di persone stimate e note, ed alla fine, con sua
stupefazione, vede quei nomi cacciati in fondo alle liste, epperciò non eletti.
In testa, sono arrivati i traffichini, coloro che combinano e pasticciano
liste, preferenze, cumuli e simiglianti imbrogli. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">I
comitati, divenuti padroni delle elezioni, fanno degenerare l'istituto del
mandato rappresentativo; che, se vale qualcosa, è un mandato di fiducia dato ad
una persona, affinché questa voti od operi nel modo che la coscienza gli detta
nelle circostanze ognora mutabili della vita pubblica. Ma i comitati non
vogliono nei parlamenti uomini dalla coscienza indipendente; si invece uomini
che attuino quel programma che sta scritto nelle tavole della legge del partito
o del gruppo o gruppetto; epperciò si inventano. i mandati imperativi, con le
dimissioni in bianco, sottoscritte dai candidati prima delle elezioni e spedite
d'ufficio al presidente della camera quando il deputato recalcitri agli ordini
del comitato del partito, del gruppo o gruppetto. Il flagello dei comitati non
è proprio della proporzionale; ma è aggravato da questa. Che cosa è il
candidato invero, se non un numero di una lista? È forse egli una
"persona" atta a pensare e deliberare in modo autonomo? No. Egli è
stato votato perché iscritto in una lista. Talvolta gli elettori non scrivono
neppure il suo nome; e sono invitati a votare per la lista bianca o verde o
rossa o gialla. Se egli, bianco, alla camera vota coi verdi, è un traditore e
sarà espulso. </span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">
Moltiplicando i partiti, ed asservendoli ai comitati, la proporzionale
favorisce le dittature ed i colpi di mano. Col sistema della maggioranza, ogni
partito ha la speranza di diventare in avvenire maggioranza seguendo le vie
legali della persuasione degli incerti. Ma quale mai speranza può avere una
minoranza di... - chiamiamoli divorzisti od antivaccinisti per non designare in
modo particolare questo o quel partito, che invece potrebbe essere di
maggioranza o parte della maggioranza - quale speranza, dico, possono avere i
divorzisti o gli antivaccinisti di diventare maggioranza? Nessuna. La
proporzionale dà ad ogni partito o gruppo tanti rappresentanti quanti sono gli
elettori aderenti a quel credo. Quale probabilità ha il divorzista di far
proseliti tra gli antivaccinisti e di diventare cosi maggioranza? Nessuna: il
divorzista resta tale e l'antivaccinista pure. Perché dovrebbe accedere
all'opinione altrui? Altro rimedio non resta, per conquistare la maggioranza,
se non ricorrere all'antico, accettato e lodato metodo dello spaccare le teste
degli avversari, invece di contarle, come è usanza delle contrade civili. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Se
in questa materia le statistiche valessero qualcosa, varrebbe la pena di fare
il conto dei paesi governati dopo il 1918 da costituzioni perfettissime elaborate
da costituenti sapientissime e naturalmente rette da parlamenti eletti a norma
delle più raffinate regole proporzionalistiche. Si vedrebbe che nei paesi i
quali dimenticarono l'aurea massima secondo cui le sole costituzioni vitali
sono quelle che o non furono mai scritte, come quella britannica, o se in tempi
oramai remoti (1787, 1848, ecc.) furono scritte, i costumi e gli emendamenti ne
cambiarono la faccia in modo da renderle di fatto una cosa tutta diversa da
quella originaria; si vedrebbe che quasi sempre le assemblee
proporzionalistiche andarono a finire nella dittatura. Uno scrittore americano
fece quel conto; ed essendogli venuto fuori il bel risultato che dopo il 1919
la proporzionale finì bene in stati abitati da 40 milioni di abitanti e finì male,
ossia con la dittatura in assai più stati, popolosi di ben 200 milioni,
concluse che la proporzionale è il vero cavallo di Troia con cui i regimi
autoritari riescono a penetrare nelle fortezze democratiche. Insigne fra i casi
di tradimento della proporzionale fu quello italiano, dove, grazie a quel
sistema, nessun governo duraturo poté reggere dopo il 1918. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Bisogna
rassegnarsi a piantarla lì con i piccoli giochetti aritmetici della cosiddetta
giustizia proporzionale nel decidere intorno a faccende serie come sono le
scelte dei legislatori e dei governi. Non è cosa seria presentare liste
composte non di nomi di persone, ma di formule stampate nei più diversi colori
dell'iride. L'elettore fa d'uopo sia costretto a decidersi: o Tizio o Caio. Se
anche Sempronio o Mevio si vogliono presentare ai suffragi dei conterranei,
buon pro lor faccia. Ma l'elettore deve, se vuol scrivere qualcosa, metter giù
un solo nome, quello della persona che a lui pare più meritevole dell'alto
onore. In Italia, se i deputati dovranno essere 500, si dovran fare 500 collegi
o distretti elettorali di circa 90 mila abitanti l'uno. Un distretto di 90 mila
abitanti è una entità naturale. Gravita attorno a una cittadina, ad un luogo di
mercato; è composto di comuni aventi interessi affini, abitati da gente che ha
reciproci rapporti quotidiani. I candidati sono personalmente conosciuti dai
loro amici: operai o contadini, bottegai od artigiani, non di rado
professionisti noti e più o meno stimati. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Saranno
celebrità locali? Tanto meglio. In un parlamento si infiltrano sempre troppi
uomini celebri, illustri in questa o quell'arte o scienza e sovratutto
nell'oratoria. Manca invece la gente la quale viene dal basso, che ha compiuto
le sue prove facendo il sindaco o l'assessore dei comuni, governando leghe
degli operai, cooperative o consorzi agricoli, amministrando opere pie od
ospedali. Il collegio piccolo, nel quale un solo candidato riesce eletto, non è
certo il toccasana. Tirannie di comitati, mandati imperativi, imbrogli di
faccendieri, imbottimento di crani della buona gente ad opera di chiacchiere di
arrivisti sono mali inevitabili. Nessun parlamento al mondo vi si può
sottrarre. La mediocrità di tanti deputati italiani d'innanzi 'al 1922 era
dovuta al sistema amministrativo accentrato, che faceva di ogni deputato un
galoppino procacciante favori agli elettori. Ridiamo vita autonoma ai comuni ed
alle regioni, mandiamo a spasso i prefetti ed avremo risanato in gran parte,
nel solo modo adatto, la vita parlamentare. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Se
non è il toccasana, il collegio piccolo è il solo modo di forzare l'elettore a
decidersi. È da riflettere persino se non convenga abolire il ballottaggio e
proclamare vincitore subito il candidato il quale ha ottenuto la maggioranza
relativa dei voti. Se i votanti sono 20000, e Tizio ha avuto 8000 voti, Caio
7000 e Sempronio 5000; sia eletto senz'altro Tizio, sebbene non abbia raggiunto
la metà più uno dei voti. Peggio per gli elettori i quali non hanno saputo
decidersi e tra il bianco di Tizio e il rosso di Caio, hanno preferito il
grigio di Sempronio. In Inghilterra, tra i conservatori ed i laburisti, i
liberali sono stritolati e perdono costantemente terreno. Gli elettori liberali
si stancano di disperdere i loro voti e finiscono per riversare i loro voti, a
seconda delle inclinazioni, sui conservatori o sui laburisti. Vecchio (sebbene
abbia l'ingenuità di credermi, con altri quattro gatti dispersi nei cantoni più
diversi del mondo, un neo-liberale) liberale quale sono, non mi allarmo affatto
di questa scomparsa apparente del liberalismo. Essa vuol dire che il
liberalismo sta permeando, sta trasformando i due grandi partiti: rende più
aperti alle idee nuove i conservatori e più cauti e sperimentati i laburisti,
che da noi si direbbero socialisti; rende liberale il conservatorismo e crea il
socialismo liberale.<br />
L'errore massimo di principio della proporzionale è di confondere la lotta
feconda delle parti, dei gruppi, degli ideali, dei movimenti, la quale ha luogo
nel paese, con la deliberazione e l'azione dei parlamenti e dei governi. Nessun
parlamento, nessun governo funziona se il sistema elettorale irrigidisce i
partiti, i gruppi, le classi, i ceti sociali, le tendenze, le idee, dandone la
rappresentanza esclusiva a talune persone elette perché mandatarie di quei
gruppi o di quelle idee. Occorre vi sia un congegno il quale obblighi le idee,
i gruppi, i ceti a cercare quel che essi hanno di essenziale, di comune con
altri, a classificare i fini ed a rivolgere la propria azione verso quel fine
che ha il consenso dei più. I divorzisti hanno ragione di patrocinare il loro
fine; ma è gran bene che lo attuino soltanto quando esso sia divenuto
convinzione della maggioranza, quando questa lo abbia messo in testa al proprio
programma. Se eletti come gruppo, gli uomini decisi a far trionfare il divorzio
sono una peste sociale, un germe di dissoluzione della società politica. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Gli
stessi uomini scelti perché, in contrapposto ad altri uomini, furono ritenuti i
migliori, hanno interessi ed ideali complessi da far trionfare, di cui il
divorzio è uno solo, e l'opera loro potrà essere utile. L'idea nuova non si
difende e non si fa trionfare nei parlamenti. Essa nasce nei libri e nelle
riviste, si propaga nei giornali, dà origine ad associazioni, a gruppi di
propaganda; conquista l'opinione pubblica, e cioè l'opinione media, quella di
coloro che non sono già gli adepti di un credo. Solo allora, ed è bene che ciò
accada solo allora, se non si vuole che i parlamenti siano popolati da
inventori sociali, da fanatici, da gente tocca nel cervello, gli uomini
politici se ne accorgono. Solo allora i capi della minoranza vedono in quel
movimento un pretesto per -criticare il governo, il quale non ha ancora capito
l'importanza della nuova idea. Solo allora i capi della maggioranza di governo,
costretti a difendersi, si occupano del problema posto dall'idea nuova e vanno
al contrattacco, dimostrando che l'idea non è nuova ed è sbagliata. La lotta si
accende e, se davvero l'idea è nuova e vitale, viene il giorno in cui il capo
della maggioranza, se vuol sopravvivere, proclamerà: l'ho sempre detto anch'io!
e, convertendo quella idea in legge, la fa trionfare nel momento giusto. Se il
trionfo, per ricatto di gruppi, avesse avuto luogo prima, sarebbe stato
ingiusto ed effimero. <o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "arial" , sans-serif;">(Luigi
Einaudi, L'Italia e il secondo risorgimento, supplemento alla
"Gazzetta ticinese", 4 novembre 1944, a firma "Junius".)<o:p></o:p></span></i></div>
Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-21576550.post-84225587421451142442015-01-26T22:35:00.001+01:002015-01-26T22:35:05.818+01:00LA VIA LATTEA<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<br />
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial",sans-serif;">Non
possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose.<br />
La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perchè la
crisi porta progressi. La creatività nasce dall' angoscia come il giorno nasce
dalla notte oscura. E' nella crisi che sorge l' inventiva, le scoperte e le
grandi strategie. Chi supera la crisi supera sè stesso senza essere 'superato'.
Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo
stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è
la crisi dell' incompetenza. L' inconveniente delle persone e delle nazioni è
la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono
sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c'è
merito. E' nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perchè senza crisi tutti
i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e
tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola
una volta per tutte con l' unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non
voler lottare per superarla. <br />
<br />
Albert Einstein</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgN9HwzUctQMAkjMhjHYz0gTEk8QF2nOcvlWydfSc2DBZGBqvHIvfNT9dyiqrGx5Dy39j-v89pH6t4ked-_FzGTfhXFJbKtyVe4YGGBE7jGZsD9QRJZatHHgb30c41oum9_0H5h/s1600/bierstadt_wreck-loring.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgN9HwzUctQMAkjMhjHYz0gTEk8QF2nOcvlWydfSc2DBZGBqvHIvfNT9dyiqrGx5Dy39j-v89pH6t4ked-_FzGTfhXFJbKtyVe4YGGBE7jGZsD9QRJZatHHgb30c41oum9_0H5h/s1600/bierstadt_wreck-loring.jpg" height="458" width="640" /></a></div>
<br />
Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-21576550.post-20674225304031212092014-08-20T18:28:00.002+02:002014-08-20T18:28:53.296+02:00NON C’È, IN VERITÀ, ALTRA RAGIONE OLTRE DIO<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoyzZa04hr7LxDafI_XCT9kqhDrdkcYSfI8dKUPwNduMDl0vpArEdjvZ-P2WEDVfVCWxfUlfuy84aFhNyCSkMLcAQoPfhGT07j05AGlpwPoAbGQ4P9CF5LBIiuZ0OIR1shyufU/s1600/gericault_raft_+o+the+medusa+louvre+paris.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoyzZa04hr7LxDafI_XCT9kqhDrdkcYSfI8dKUPwNduMDl0vpArEdjvZ-P2WEDVfVCWxfUlfuy84aFhNyCSkMLcAQoPfhGT07j05AGlpwPoAbGQ4P9CF5LBIiuZ0OIR1shyufU/s1600/gericault_raft_+o+the+medusa+louvre+paris.jpg" height="430" width="640" /></a></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">“Non
c’è, in verità, altra ragione oltre Dio. La felicità, la salute, il denaro, l’amore,
la gloria passeggera dei conquistatori e dei poeti, il corso della storia degli
uomini e il cammino degli astri nel cielo rinviano a Dio, e a Dio soltanto. Dio
è il solo garante dell’universo e di tutto ciò che vi alberga. Immaginato dal
Dio eterno e creato da Dio qualche
migliaio di anni fa, il mondo è circondato da Dio. Niente che non sia voluto da
lui può apparire né sparire. La vita e la morte gli appartengono.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Jean
D’Ormesson<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><br /></span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><br /></span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<br /></div>
Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-21576550.post-57356011600384151232014-01-25T00:27:00.004+01:002014-01-25T00:31:07.399+01:00SAGRADA FAMILIA<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 25.05pt 0.0001pt 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: #eaf0e6; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 13.5pt;">Antoni Gaudí iniziò nel 1882 la costruzione della Sagrada
Família, simbolo di Barcellona. La cattedrale catalana potrebbe essere
finalmente completata nel 2026. Attualmente, la basilica è stata completata per
il 65%, ma nel frattempo un video (<b><a href="http://www.youtube.com/watch?v=FLbzT4XSyYc#t=20"><span style="color: red;">vedi qui</span></a></b>) ci mostra come sarà una volta
conclusi i lavori.</span><o:p></o:p></div>
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="//www.youtube.com/embed/FLbzT4XSyYc" width="560"></iframe>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-21576550.post-56811743279806430312013-09-16T16:37:00.000+02:002014-08-20T18:29:59.947+02:00IL SENSO DEL SACRO<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Fin
dall’alba della storia umana, quando la coscienza di sé si manifestò per la
prima volta su questo pianeta, sembra che i membri della specie <i>Homo</i> avessero la percezione di essere circondati da una potenza numinosa. Sentivano
che il percorso della loro vita era tracciato da forze invisibili che
pervadevano il mondo con finalità su cui essi non avevano controllo ma con cui
potevano mettersi in sintonia. E lo fecero grazie a racconti, simboli e rituali
successivamente definiti dal termine generico “religione”. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Il
senso del sacro apparteneva diffusamente alle prime società umane.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">La
storia della vita umana indica che in ogni società, negli ultimi centomila
anni, la progressiva complessità nella perizia tecnica si accompagnò allo
sviluppo dell’abilità linguistica e all’inequivocabile presenza della
religione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Con
il passaggio dalle società caratterizzate da un’economia di sussistenza, basata
sulla caccia e sulla raccolta, agli insediamenti stanziali e poi alle grandi
città-Stato nate intorno al 3000 a.C., quella prima consapevolezza della
presenza del sacro assunse molteplici forme di attività religiose strutturate.
Sistemi articolati di narrazioni e canti, simboli e rituali, tempi e luoghi
sacri, pratiche morali, gerarchie sacerdotali e veggenti carismatici
organizzarono il rapporto tra le persone e la presenza divina in ambienti
culturalmente differenti.<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Gli
esseri umani hanno avvertito la presenza sacra svelarsi nei modi più diversi:
nella natura, negli eventi della storia, nell’arte, nella musica e nella danza,
nella pace interiore e nella guarigione fisica, in tuta la varietà delle
esperienze umane, positive o negative, in particolare nell’amore e nella
perdita. L’hanno percepita quando hanno incontrato dei limiti, l’inquietante,
l’elemento sorprendente, un’insolita pienezza o un vuoto nella vita, e hanno
cercato di avvicinarsi ad essa tramite una grande varietà di pratiche.<o:p></o:p></span></div>
Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-21576550.post-1835744970839485712013-09-03T19:46:00.001+02:002013-09-03T19:47:56.548+02:00LA MADONNA NELLA PITTURA<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghIJ2n2ttpcPoKYh7Zt-DZ96ytoi2rqJJC5-uTgz2ZcQC3z9_fBIujdkqG-U3FJP7JyN3A-k6wpxXw31idUmmOvr4yOsWDcXoRmy9iESAJpmhPZycq1J0DsB9OOnBy-rFPMVeh/s1600/1madbenois.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghIJ2n2ttpcPoKYh7Zt-DZ96ytoi2rqJJC5-uTgz2ZcQC3z9_fBIujdkqG-U3FJP7JyN3A-k6wpxXw31idUmmOvr4yOsWDcXoRmy9iESAJpmhPZycq1J0DsB9OOnBy-rFPMVeh/s640/1madbenois.jpg" width="428" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<br />Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-21576550.post-31097785434154083382012-12-25T10:12:00.004+01:002012-12-25T10:12:50.276+01:00LA MADRE E IL BAMBINO - ANDREA MANTEGNA<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjG6A4oXh0SkpZ6UzZgtBYfMEZrpNy0sRmpSZCOLqGnKhsKcArSaWKn2QS0rvNqYq8GUVuBBFxCOBphrcVhPh8tDluDSgVZSZu8-DPz-cLqN2n-43BX5AXO-DrxtUX8cVn1iYsJ/s1600/2+Andrea+Mantegna+(Italian+painter,+c+1431%E2%80%931506)+Adoration+of+the+Magi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="295" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjG6A4oXh0SkpZ6UzZgtBYfMEZrpNy0sRmpSZCOLqGnKhsKcArSaWKn2QS0rvNqYq8GUVuBBFxCOBphrcVhPh8tDluDSgVZSZu8-DPz-cLqN2n-43BX5AXO-DrxtUX8cVn1iYsJ/s400/2+Andrea+Mantegna+(Italian+painter,+c+1431%E2%80%931506)+Adoration+of+the+Magi.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZZTdj4S1usWQEQm4Ltj1U5wfkVpd3l2fWWOCV013kVuVxWEMgrg6-ySKhZq49xRURvUt-aFpJfXnpYE9X6vV4fPfetTVdiZpBxz7cEcJwgx9u_6y5RogGV0qL0yTp3-jBG5W3/s1600/6+Andrea+Mantegna+(Italian+painter,+c+1431%E2%80%931506)+Madonna+with+Child+with+Saints+Jerome+and+Louis+of+Toulouse.+Central+panel+from+the+Altarpiece+of+St.+Zeno+of+Verona.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZZTdj4S1usWQEQm4Ltj1U5wfkVpd3l2fWWOCV013kVuVxWEMgrg6-ySKhZq49xRURvUt-aFpJfXnpYE9X6vV4fPfetTVdiZpBxz7cEcJwgx9u_6y5RogGV0qL0yTp3-jBG5W3/s400/6+Andrea+Mantegna+(Italian+painter,+c+1431%E2%80%931506)+Madonna+with+Child+with+Saints+Jerome+and+Louis+of+Toulouse.+Central+panel+from+the+Altarpiece+of+St.+Zeno+of+Verona.jpg" width="281" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSAUrloMEs8MfJGuecoKrrAx-KQcElPAxCgipLZkQf2i-BGGAoTjVGjghZnvuN5cjIQXYkt7JvCzRaL42yj2sMtxX0xdoqbYsHFRJQy2ZWfZIvBpUnvaNHL0qggCLCUrft9PCb/s1600/6a+Andrea+Mantegna+(Italian+painter,+c+1431%E2%80%931506)+Madonna+and+Child+with+Joseph,+Elizabeth,+&+John+the+Baptist+1485-88.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSAUrloMEs8MfJGuecoKrrAx-KQcElPAxCgipLZkQf2i-BGGAoTjVGjghZnvuN5cjIQXYkt7JvCzRaL42yj2sMtxX0xdoqbYsHFRJQy2ZWfZIvBpUnvaNHL0qggCLCUrft9PCb/s400/6a+Andrea+Mantegna+(Italian+painter,+c+1431%E2%80%931506)+Madonna+and+Child+with+Joseph,+Elizabeth,+&+John+the+Baptist+1485-88.jpg" width="322" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-unfZTN2c5Jve_aj6xCti7Z7Ei8yBDZYTXH45pqW_bJQMwKnhmbSWIwsNYr-79qzxT-PbI3Pv12h_SW8VfOU6qgBF2i8lrVlHmHQNBLlJ2POZNTT_V3uq-VWX-Ye5-ulo64JL/s1600/7+Andrea+Mantegna+(Italian+painter,+c+1431%E2%80%931506)+Madonna+and+Child+with+Cherubin.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-unfZTN2c5Jve_aj6xCti7Z7Ei8yBDZYTXH45pqW_bJQMwKnhmbSWIwsNYr-79qzxT-PbI3Pv12h_SW8VfOU6qgBF2i8lrVlHmHQNBLlJ2POZNTT_V3uq-VWX-Ye5-ulo64JL/s400/7+Andrea+Mantegna+(Italian+painter,+c+1431%E2%80%931506)+Madonna+and+Child+with+Cherubin.jpg" width="323" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_72UJsUbsRer-vEUdhYDIxqDmGKmyLNPzAbw8l7vjv9miOcauHRuji9EVT4xkASzLGe0VvcWLIV9mFEQk3E09jerq858kU3wJ5N14ASZvoo9bOt_KPd9ETnJJ1FcOYTnHaOFr/s1600/8+Andrea+Mantegna+(Italian+painter,+c+1431%E2%80%931506)+The+Holy+Family+1485.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_72UJsUbsRer-vEUdhYDIxqDmGKmyLNPzAbw8l7vjv9miOcauHRuji9EVT4xkASzLGe0VvcWLIV9mFEQk3E09jerq858kU3wJ5N14ASZvoo9bOt_KPd9ETnJJ1FcOYTnHaOFr/s400/8+Andrea+Mantegna+(Italian+painter,+c+1431%E2%80%931506)+The+Holy+Family+1485.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7PEh7sBHtI9bXWXNUpj-g_DrvStKaFD8Qziuh-N2Io6Mb3N7MUz84i2FQBaEBTH6NNRhEMxsKDctRWiVsJ0MpTMJZLvPI9K3pWObzGsoH4TgWletUSRVIAdHHcni6zzwMxAVR/s1600/Andrea+Mantegna+(Italian+painter,+c+1431%E2%80%931506)+Madonna+and+Child+with+Saints+1490.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7PEh7sBHtI9bXWXNUpj-g_DrvStKaFD8Qziuh-N2Io6Mb3N7MUz84i2FQBaEBTH6NNRhEMxsKDctRWiVsJ0MpTMJZLvPI9K3pWObzGsoH4TgWletUSRVIAdHHcni6zzwMxAVR/s400/Andrea+Mantegna+(Italian+painter,+c+1431%E2%80%931506)+Madonna+and+Child+with+Saints+1490.jpg" width="247" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZ8fDM0tRDEk8pofsPv1YNFqIzsW8Pl37wleUZ4pULjxS2YzxkAVx_JkOlPo21YGS67_BAOUK01hMJ6EayPyvjptovXzoFfqZC3fgO056lorVsFRvGrGtFgVtlI2cf43OIzQwa/s1600/Andrea+Mantegna+(Italian+painter,+c+1431%E2%80%931506)+Madonna+with+Child.+Detail,+1465-70.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZ8fDM0tRDEk8pofsPv1YNFqIzsW8Pl37wleUZ4pULjxS2YzxkAVx_JkOlPo21YGS67_BAOUK01hMJ6EayPyvjptovXzoFfqZC3fgO056lorVsFRvGrGtFgVtlI2cf43OIzQwa/s400/Andrea+Mantegna+(Italian+painter,+c+1431%E2%80%931506)+Madonna+with+Child.+Detail,+1465-70.jpg" width="310" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEq8xyv_pNIXL_LFFIQsswFzemYTWiWm8PvePyMO376eIWRVjr9lDVwwHB7UKYyri5Zvk4FrsdfXjYMg1ED0YjcJgDs0nkLoykgsNU753YLNvuwUQtqihyphenhyphenHdkMGdl09eENRKhp/s1600/unhhhtitled.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEq8xyv_pNIXL_LFFIQsswFzemYTWiWm8PvePyMO376eIWRVjr9lDVwwHB7UKYyri5Zvk4FrsdfXjYMg1ED0YjcJgDs0nkLoykgsNU753YLNvuwUQtqihyphenhyphenHdkMGdl09eENRKhp/s400/unhhhtitled.jpg" width="260" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQH9hWrG00dBvskIB1XGCfs4oJSHwXce9gVRn0NDToPq6wTcjKfHHzaD4cfiOqoy9mDUWnPAL62BWyehLMLuMgQu0oXi7rKglmxUZSk-75VfAIzXpNgaNvJ3Js-ALrK9KsiCvM/s1600/unrrrtitled.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQH9hWrG00dBvskIB1XGCfs4oJSHwXce9gVRn0NDToPq6wTcjKfHHzaD4cfiOqoy9mDUWnPAL62BWyehLMLuMgQu0oXi7rKglmxUZSk-75VfAIzXpNgaNvJ3Js-ALrK9KsiCvM/s400/unrrrtitled.jpg" width="282" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhz9ROGfwM_OYvNU5da_IMnnsObmqwh0HV5w_qRry67SZhzVoTCVmBqYL3jcBXfz8hGGC66ojxcDDaHctqzCO-SNf0XJ5LHY_MZ8EHY7sYRqz0eww5_2NdAaXgOLWe4snYq0idk/s1600/untitlbbed.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="325" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhz9ROGfwM_OYvNU5da_IMnnsObmqwh0HV5w_qRry67SZhzVoTCVmBqYL3jcBXfz8hGGC66ojxcDDaHctqzCO-SNf0XJ5LHY_MZ8EHY7sYRqz0eww5_2NdAaXgOLWe4snYq0idk/s400/untitlbbed.jpg" width="400" /></a></div>
<br />Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-21576550.post-59250856571898883512012-12-23T17:24:00.002+01:002012-12-23T17:40:46.652+01:00AUGURI DI BUON NATALE<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDZijkvJmOK63STxuwrkw7hUxe1rQAvIUI0YveBm_zo58dnymBKhLW20GnD3qio6KSe0PPXHBvp-Duy2wkMIAkYvYReCLJfs2t2hu48CFB9P2h_75yQNLOFP5QeEU3K8zmcJmV/s1600/Thomas+Cooper+Gotch+alleluia+1896+via+tate.org.uk.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="462" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDZijkvJmOK63STxuwrkw7hUxe1rQAvIUI0YveBm_zo58dnymBKhLW20GnD3qio6KSe0PPXHBvp-Duy2wkMIAkYvYReCLJfs2t2hu48CFB9P2h_75yQNLOFP5QeEU3K8zmcJmV/s640/Thomas+Cooper+Gotch+alleluia+1896+via+tate.org.uk.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<br />
<i>cliccare per ingrandire</i>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-21576550.post-62838191105223794372012-03-11T19:28:00.002+01:002012-03-11T19:28:27.045+01:00LA CATTIVERIA SPREZZANTE DEI CATTOLICI DI SINISTRA<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeoO73AiCXRVBAPe2hw2EJ13bjZ7WvBBzdheL9MSSOjkkNg1y-SIccIBRYR5XuT2zZqFcFtD7XlK_m6uvZ5xgP5J6UF55hMmVSLtNMTFM72e_AR6bkmSOBpkG9d6qs-rKXgIZW/s1600/637px-Matsys_the_moneylender.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="601" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeoO73AiCXRVBAPe2hw2EJ13bjZ7WvBBzdheL9MSSOjkkNg1y-SIccIBRYR5XuT2zZqFcFtD7XlK_m6uvZ5xgP5J6UF55hMmVSLtNMTFM72e_AR6bkmSOBpkG9d6qs-rKXgIZW/s640/637px-Matsys_the_moneylender.jpg" width="640" /></a></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Anche
grandi uomini della sinistra cattolica del passato come La Pira e Dossetti,
gente di primissimo ordine, avevano in comune la quasi assoluta impermeabilità
all’ironia, alla leggerezza, al senso dell’umorismo e anche della tolleranza
per l’avversario. Quando i democristiani di allora ebbero nelle loro file un
cattolico dotato di una ironia sferzante e un senso dell’umorismo da premio
Nobel, Mario Melloni, lo misero in fuga e quello diventò il corsivista principe
dell’ Unità . Tutti i membri di quella antropologia manifestano o hanno
manifestato forti idee sociali intransigenti e tassative, ma sopra tutto una
velenosa voglia di colpire con rabbia.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Vittorio
Messori, un grande intellettuale cattolico, diceva sedici anni fa in una
intervista al Mondo mentre Romano Prodi era al governo: «Temo molto più un
cattolico di sinistra di un postcomunista. È un gruppo ristretto di gente che
scrive sui giornali, va in tv, guida organizzazioni, mentre la maggioranza dei
cattolici, che non partecipano alla vita della parrocchia, non si riconosce in
Prodi, anzi». E ancora: «C’è sempre un certo ritardo del mondo clericale, che
in fondo ha resistito 200 anni alla modernità, per scoprirla con il Concilio
Vaticano II quando questa stava per morire. Oggi gli ultimi maoisti sono i
frati sudamericani, le ultime a credere nella psicanalisi sono le suore
americane. Ecco perché temo molto più un cattolico di sinistra di un
postcomunista. È gente che ancora non ha scoperto che dietro termini come
solidarietà e stato sociale, così nobili da apparire evangelici, in realtà c’è
il trucco. Una mistificazione che spaccia per solidarietà le pensioni ai
quarantenni o ai falsi invalidi». Molta retorica sulla povertà e la ricchezza,
la prima sempre santa e la seconda sempre merda del diavolo.<o:p></o:p></span></div>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-21576550.post-88704475230784284332012-01-21T13:36:00.002+01:002012-01-21T13:36:54.917+01:00UNA INVISIBILE SUPER CASTA<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh730Pkd4TH6mJJiXXeATj-FYzhfHRdVYt5jYCstNIGrOD8SEs88RCZRYseDzTbZv0ctiaFRkLnTohb2FdRjngG7wIGDO7xUD07L3Si659rO2jlTiYziOQ9sYPxe2qtICWzJoNU/s1600/02quarre_la+tour.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="372" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh730Pkd4TH6mJJiXXeATj-FYzhfHRdVYt5jYCstNIGrOD8SEs88RCZRYseDzTbZv0ctiaFRkLnTohb2FdRjngG7wIGDO7xUD07L3Si659rO2jlTiYziOQ9sYPxe2qtICWzJoNU/s640/02quarre_la+tour.jpg" width="640" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt;">
<b><span style="color: black; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10pt; mso-bidi-font-size: 11.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">di Ernesto Galli della Loggia</span></b><span style="color: black; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><br />
</span><i><span style="color: black; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10pt; mso-bidi-font-size: 11.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">(tratto dal Corriere della Sera)</span></i></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Non
è vero che il contrario della democrazia sia necessariamente la dittatura. C’è
almeno un altro regime: l’oligarchia. E tra i due regimi possono esserci poi
varie forme intermedie. Una di queste è quella esistente da qualche tempo in
Italia. Dove ci sono da un lato un Parlamento e un governo democratici, i quali
formalmente legiferano e dirigono, ma dall’altro un ceto di oligarchi i quali,
dietro le quinte delle istituzioni democratiche e sottratti di fatto a
qualunque controllo reale, compiono scelte decisive, governano più o meno a
loro piacere settori cruciali, gestiscono quote enormi di risorse e di potere:
essendo tentati spesso e volentieri di abusarne a fini personali. I frequenti
casi scoperti negli ultimi anni e nelle ultime settimane hanno aperto squarci
inquietanti su tale realtà.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Non
si tratta solo dell’alta burocrazia dei ministeri, cioè dei direttori generali.
A questi si è andata aggiungendo negli anni una pletora formata da consiglieri
di Stato, alti funzionari della presidenza del Consiglio, giudici delle varie
magistrature (comprese quelle contabili), dirigenti e membri delle sempre più
numerose Authority, e altri consimili, i quali, insieme ai suddetti direttori
generali e annidati perlopiù nei gabinetti dei ministri, costituiscono ormai
una sorta di vero e proprio governo ombra. Sempre pronti peraltro, come
dimostra proprio il caso del governo attuale, a cercare di fare il salto in quello
vero.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">È
un’oligarchia che non è passata attraverso nessuna selezione specifica né
alcuna speciale scuola di formazione (giacché noi non abbiamo un’istituzione
analoga all’Ena francese). Designati dalla politica con un g r a d o a l t i s
s i m o d i arbitrarietà, devono in misura decisiva il proprio incarico a
qualche forma di contiguità con il loro designatore, alla disponibilità
dimostrata verso le sue esigenze, e infine, o soprattutto, alla condiscendenza,
all’intrinsichezza — chiamatela come volete — verso gli ambienti e/o gli
interessi implicati nel settore che sono chiamati a gestire. Ma una volta in
carriera, l’oligarchia — come si è visto dalle biografie rese note dai giornali
— si svincola dalla diretta protezione politica, si autonomizza e tende a
costruire rapidamente un potere personale. Grazie al quale ottiene prima di
tutto la propria sostanziale inamovibilità.<br />
Sempre gli stessi nomi passano vorticosamente da un posto all’altro, da un
gabinetto a un ente, da un tribunale a un ministero, da un incarico
extragiudiziale a quello successivo, costruendo così reti di relazioni che
possono diventare autentiche reti di complicità, sommando spessissimo incarichi
che incarnano casi clamorosi di conflitto d’interessi. E che attraverso doppi e
tripli stipendi e prebende varie servono a realizzare redditi più che cospicui,
a fruire di benefit e di occasioni, ad avere case, privilegi, vacanze, stili di
vita da piccoli nababbi.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Se
i politici sono la casta, insomma, l’oligarchia burocratico- funzionariale italiana
è molto spesso la super casta. La quale prospera obbedendo scrupolosamente alla
prima (tranne il caso eccezionale della Banca d’Italia non si ricorda un alto
funzionario che si sia mai opposto ai voleri di un ministro), ma facendo
soprattutto gli affari propri. Il governo Monti ha un’agenda fittissima, si sa.
Ma se tra le tante cose da fare riuscisse anche a scrivere un rigoroso codice
etico per la super casta, sono sicuro che qualche decina di milioni di italiani
gliene sarebbe grata.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt;">
</div>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-21576550.post-43998963703576964702012-01-18T19:44:00.000+01:002012-01-18T20:36:20.665+01:00BENI CULTURALI IN ROVINA PUR DI NON ACCETTARE IL CONTRIBUTO DEI PRIVATI<div class="MsoNoSpacing" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEju2MhGijYdwfbl9cs8AL_g7JQBXKk77ytT2vdlaKw5-W8CDb_C6K6xZsjzdlcWNNWNTTlZq0e2GQe3d5z8_gB5-K_fzAl0mCm_pGLsOAvR3-io2lBduyQrSHvdDJCUEMrs2kkk/s1600/mchanger.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="534" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEju2MhGijYdwfbl9cs8AL_g7JQBXKk77ytT2vdlaKw5-W8CDb_C6K6xZsjzdlcWNNWNTTlZq0e2GQe3d5z8_gB5-K_fzAl0mCm_pGLsOAvR3-io2lBduyQrSHvdDJCUEMrs2kkk/s640/mchanger.jpg" width="640" /></a></div>
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Che
fortuna: nel labirinto burocratico-giudiziario, nel paradiso dei ricorsi e dei
commi, l`Italia sta scaraventando via 25 milioni degli odiosi privati di modo
che i pezzi del Colosseo in via di sgretolamento per mancato restauro restino
saldamente nelle mani dello Stato. Che fortuna: grazie agli acrobati del
cavillo, agli ideologi del dirigismo statalista che non scende a patti con quel
mostro sociale che sono i «privati», l`Italia non diventerà come gli altri
Paesi civili, dove i privati, addirittura incentivati da una demenziale e
capitalistica politica di detrazioni fiscali, contribuiscono alla manutenzione
e al buon funzionamento di musei, biblioteche, opere d`arte, gioielli
architettonici.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Poveri
ma di Stato, rimarremo sempre.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Le
opere d`arte in malora, ma in malora pubblica, nell`attesa che una sentenza del
Tar confermi la sentenza di un altro `Far, che si appoggi su una sentenza della
Corte dei Conti e che a sua volta si ispiri a una sentenza del Consiglio di
Stato: </span><span style="font-family: "Arial","sans-serif";">il
tutto in una manciata di inutili e paralizzanti lustri.<o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Volete
mettere il lamento straziante di chi è professionalmente adibito a mungere
Fassistenzialismo dì Stato, a supplicare per un`elargizione pubblica, una
sovvenzione, una clientela foraggiata, una burocrazia culturale più pingue?
Bisogna occupare il Teatro Valle per chiedere piogge di denari statali alla
cultura, mica usare quei 25 milioni di euro che il gruppo di Della Valle ha
messo a disposizione per restaurare il Colosseo e salvarlo dal cedimento che
quel grande anfiteatro sta vivendo ogni giorno, pezzo dopo pezzo.<o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Dovessero
mai altri privati, altri borghesi danarosi, emulare quell`esempio e contribuire
a salvare, chissà, Pompei, o i musei che chiudono con le casse vuote, oppure le
chiese e i palaz- zi e i capolavori dell`arte di cui è ricca l`Italia e che si
stanno dissolvendo, nell`indifferenza generale ma, per fortuna, nella mani
dello Stato impotente e onnipotente, squattrinato e in rovina ma pur sempre
«pubblico».<o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">C`è
sempre la carta bollata di un ricorso, per fortuna del nostro Paese in
disfacimento artistico ma pur sempre disfacimento pubblico, a bloccare nei
piccoli borghi, nelle cittadine più decentrate, una borghesia diffusa che
forse, chissà, per senso del prestigio, per vanità, per dare un segno della
propria presenza, per consegnare il proprio nome alla posterità, per senso
civico, potrebbe pur contribuire a un moderno mecenatismo che sopperisca alla
mancanza di fondi dello Stato e in più fornisca carburante a un senso
dell`appartenenza, della corru m ità, ormai sbiadito. C`è sempre un`«istanza
superiore» a bloccare tutto, ma non il degrado delle rovine che si disfano per
l`incuria pubblica, per la piccineria culturale di un ceto politico e sindacale
(è la Uil che ha bloccato tutto) che manda in malora i beni culturali pur di
conservare il feticcio del monopolio di Stato. Nella distruzione dei monumenti
che muoiono ogni giorno. Pubblici però, non privati.<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 10pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Da "Il
Corriere della Sera" di lunedì 16 gennaio 2012 - di Pierluigi Battista <o:p></o:p></span></div>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-21576550.post-60038961291166621602012-01-08T17:56:00.003+01:002012-01-08T18:04:03.781+01:00FEDE E SCIENZA<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-ay4E4tQTTEdzAROYiR_-Po5t9lcSN7j69AzS1K-WVTGlNXQYwjW4fT7B2gHCHbkcL1jwiaGQq7v3NvV18In1PBO61rsuEZgJPl-HECpaLExgWdicYaqAHTgc9YvZ9-3h5Sl3/s1600/2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="456" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-ay4E4tQTTEdzAROYiR_-Po5t9lcSN7j69AzS1K-WVTGlNXQYwjW4fT7B2gHCHbkcL1jwiaGQq7v3NvV18In1PBO61rsuEZgJPl-HECpaLExgWdicYaqAHTgc9YvZ9-3h5Sl3/s640/2.jpg" width="640" /></a></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Il
libro pubblicato da Einaudi col titolo <em><strong>La dimensione umana e le sfide della
scienza</strong></em>,nel quale si riproduce il <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>dialogo
tra Edoardo Boncinelli, biologo molecolare, e Umberto Galimberti, filosofo, inizia
con la risposta alla domanda su quale sia stata la scoperta più importante del
Novecento. Boncinelli opta per l'automobile, Galimberti per la bomba atomica.
Già qui si intravede la mentalità aperta, ottimista, positivamente orientata
verso il fenomeno-vita di Boncinelli, e il pensiero oppressivo, cupo,
ostinatamente chiuso nella monotona ripetizione dell'assunto fondamentale da
parte di Galimberti, secondo cui la tecnica, da strumento nelle mani dell'uomo,
è diventata oggi l'onnipotente padrona che sottomette ogni cosa. Ma perché un credente
dovrebbe interessarsi a questo dialogo? Per l'importanza che la religione vi
gioca, un'importanza che sembra emergere al di là delle intenzioni dei due
interlocutori. In questo libretto, piccolo monumento del laicismo nostrano, le
affermazioni contro la religione in sé, il cattolicesimo e il Papa sono
abbondanti. Galimberti più di una volta esibisce un autentico disprezzo:
"Il Papa dice cose banali"; "la religione cattolica si occupa
solo di sesso"; "la Chiesa fonda se stessa sulla negazione dell'uso
della ragione", affermazioni che peraltro non sorprendono più di tanto in
chi sostiene che "il connotato originale dell'uomo è l'aggressività"
e "il nostro originario è la follia". Anche Boncinelli ci mette
talora del suo, come quando dice, con chiaro riferimento al cattolicesimo,
"la sacralità della vita, altro concetto che non significa nulla".
Ma, a parte il fatto già in sé molto significativo che un filosofo ateo e un
biologo molecolare dedichino tanto spazio alla religione - a dimostrazione di
come la religione rimane un interlocutore imprescindibile in ogni dibattito
sull'uomo e sulla sua vita - sono soprattutto alcune affermazioni di Boncinelli
a interessare positivamente il credente. Entrambi gli interlocutori guardano
alla religione come risposta al senso della vita. Ma mentre Galimberti vede
nella categoria del senso "una categoria fideista che non riguarda neppure
tutti gli uomini ma solamente noi occidentali", Boncinelli, scopritore dei
geni che controllano la moltiplicazione delle cellule nervose nella corteccia
cerebrale, dichiara che il nostro cervello "non può fare il proprio lavoro
se non trova un senso per ogni passo della propria elaborazione... Ha una necessità
biologica di trovare le cause e il senso". È per questo che "la
domanda numero uno di ogni essere umano è: che ci faccio, io, qui?",
interrogativo esistenziale di importanza decisiva dato che "il nostro
cervello non può funzionare se non si pone il più spesso possibile tale genere
di domande". Questa fondazione biologica del bisogno di senso è la base su
cui lo scienziato confuta la profezia del filosofo sulla fine della religione.
Dice Galimberti: "Passata la presente generazione e quella dei nostri
figli, entrambe cresciute antropologicamente nell'ipotesi che la vita abbia un
senso, non ci sarà più nessuno che chiederà un senso alla vita". Per
Boncinelli, al contrario, la religione è insostituibile perché il bisogno di
senso è costitutivo dell'uomo: "Per questo la religione non morirà".
E se ciò per assurdo dovesse avvenire "la condizione umana
peggiorerebbe", perché oltre a soddisfare la tendenza innata dell'uomo a
credere, la religione risponde all'esigenza di "medicare una ferita",
la ferita delle ingiustizie di cui il mondo è ricolmo. Ne viene che, se
"l'uomo in fondo è una verruca sul naso dell'universo" - come afferma
nella prima parte del dialogo lo stesso - si tratta di una verruca del tutto
particolare, necessitata dalla sua stessa struttura biologica a cercare il
senso ultimo di sé, oltre la dimensione del mondo sensibile. Già lo scriveva <a href="http://www.swif.uniba.it/lei/rassegna/wittgens.htm"><span style="color: blue;">Wittgenstein</span></a> nel Tractatus
logico-philosophicus del 1921: "Il senso del mondo deve essere fuori di
esso". Ma mentre a quel tempo la biologia era apertamente contraria a tale
prospettiva, ora essa stessa contribuisce alla sua fondazione.</span><br />
<br />
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><em><span style="font-size: x-small;"><a href="http://www.sardegnacultura.it/documenti/7_39_20060406175805.pdf">quadro di Giuseppe Biasi<o:p></o:p></a></span></em></span></div>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-21576550.post-30276953336428427552012-01-07T18:30:00.001+01:002012-01-07T18:35:39.086+01:00LA CRITICA DEL PENSIERO CALCOLANTE<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjM86vl_lPHJKsSum9tzgA_Z-OpB-lW88bPMntHvP4neAz8IlAzCTSmc-4_I_jkdRA6qkZmsO7T7oegkJISPKU1b5FYErKGzbL19AYMBBVS69Uxy575YnZH0Y_ObvSjGlEOHRFH/s1600/mattino+in+un+villaggio+sardo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjM86vl_lPHJKsSum9tzgA_Z-OpB-lW88bPMntHvP4neAz8IlAzCTSmc-4_I_jkdRA6qkZmsO7T7oegkJISPKU1b5FYErKGzbL19AYMBBVS69Uxy575YnZH0Y_ObvSjGlEOHRFH/s640/mattino+in+un+villaggio+sardo.jpg" width="633" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 10pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">di <b>Umberto
Galimberti</b><o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-style: italic; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Di seguito sono riportati i
link di una lunga lezione di filosofia di <b>Umberto Galimberti</b> sul
pensiero calcolante, un concetto che viene da Heidegger e che individua nel
calcolo dell’utile la riduzione del pensiero occidentale. Il professore interviene
sull’argomento e cerca un’alternativa in questa conferenza disponibile per
intero su youtube e divisa in otto filmati. </span><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<br />
<div style="text-align: left;">
<b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10pt;"><span style="color: navy;">1<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div style="text-align: left;">
<a href="http://youtu.be/MRn23lIYOCY"><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10pt;"><span style="color: blue;">http://youtu.be/MRn23lIYOCY</span></span></b></a><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10pt;"><o:p></o:p></span></b></div>
<div style="text-align: left;">
</div>
<div style="text-align: left;">
<b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10pt;"><span style="color: navy;">2<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div style="text-align: left;">
<a href="http://youtu.be/4NJVDLg0gOo"><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10pt;"><span style="color: blue;">http://youtu.be/4NJVDLg0gOo</span></span></b></a><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10pt;"><o:p></o:p></span></b></div>
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<div style="text-align: left;">
<b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10pt;"><span style="color: navy;">3<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div style="text-align: left;">
<a href="http://youtu.be/zTKk2SNMiOs"><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10pt;"><span style="color: blue;">http://youtu.be/zTKk2SNMiOs</span></span></b></a><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10pt;"><o:p></o:p></span></b></div>
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<b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10pt;"><span style="color: navy;">4<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div style="text-align: left;">
<a href="http://youtu.be/vl3rXlEmwVM"><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10pt;"><span style="color: blue;">http://youtu.be/vl3rXlEmwVM</span></span></b></a><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10pt;"><o:p></o:p></span></b></div>
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<b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10pt;"><span style="color: navy;">5<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div style="text-align: left;">
<a href="http://youtu.be/TPraIwh3H-Y"><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10pt;"><span style="color: blue;">http://youtu.be/TPraIwh3H-Y</span></span></b></a><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10pt;"><o:p></o:p></span></b></div>
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<div style="text-align: left;">
<b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10pt;"><span style="color: navy;">6<o:p></o:p></span></span></b></div>
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<a href="http://youtu.be/t6ATgFq_R_g"><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10pt;"><span style="color: blue;">http://youtu.be/t6ATgFq_R_g</span></span></b></a><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10pt;"><o:p></o:p></span></b></div>
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<b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10pt;"><span style="color: navy;">7<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div style="text-align: left;">
<a href="http://youtu.be/S36_xSnxqck"><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10pt;"><span style="color: blue;">http://youtu.be/S36_xSnxqck</span></span></b></a><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10pt;"><o:p></o:p></span></b></div>
<div style="text-align: left;">
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<b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10pt;"><span style="color: navy;">8<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div style="text-align: left;">
<a href="http://youtu.be/lsbIdha4v1w"><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10pt;"><span style="color: blue;">http://youtu.be/lsbIdha4v1w</span></span></b></a><b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10pt;"><o:p></o:p></span></b></div>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-21576550.post-84201249928101276412011-12-26T19:42:00.001+01:002011-12-26T19:42:11.407+01:00UN MODO NUOVO DELL’ESSERE CRISTIANI<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">In
primo luogo una nuova esperienza della cattolicità, dell’universalità della
Chiesa. Parliamo lingue diverse e abbiamo differenti abitudini di vita,
differenti forme culturali, e tuttavia ci troviamo subito uniti insieme come
una grande famiglia. Separazione e diversità esteriori sono relativizzate.
Siamo tutti toccati dall’unico Signore Gesù Cristo, nel quale si è manifestato
a noi il vero essere dell’uomo e, insieme, il Volto stesso di Dio. Le nostre
preghiere sono le stesse. In virtù dello stesso incontro interiore con Gesù
Cristo abbiamo ricevuto nel nostro intimo la stessa formazione della ragione,
della volontà e del cuore. E, infine, la comune liturgia costituisce una sorta
di patria del cuore e ci unisce in una grande famiglia. Il fatto che tutti gli
esseri umani sono fratelli e sorelle è qui non soltanto un’idea, ma diventa una
reale esperienza comune che crea gioia. E così abbiamo compreso anche in modo
molto concreto che, nonostante tutte le fatiche e le oscurità, è bello
appartenere alla Chiesa universale, alla Chiesa cattolica, che il Signore ci ha
donato.<o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdgGeeAs_4iEC43vJiS7NJ9ngP0_S4BHtlZ2iIPV_W2tttQJUok9eXJSOLveGEN84e93-cF-HDbexpMvy_Eg0B2F0aHgv8esEUCz7l_J0ZbS9kXgMhrRzpwIkLeeu3QmWWHJnw/s1600/401delac.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="538" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdgGeeAs_4iEC43vJiS7NJ9ngP0_S4BHtlZ2iIPV_W2tttQJUok9eXJSOLveGEN84e93-cF-HDbexpMvy_Eg0B2F0aHgv8esEUCz7l_J0ZbS9kXgMhrRzpwIkLeeu3QmWWHJnw/s640/401delac.jpg" width="640" /></a></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Da
questo nasce poi un nuovo modo di vivere l’essere uomini, l’essere cristiani.
Con il proprio tempo l’uomo dona sempre una parte della propria vita. Il tempo
donato ha un senso; proprio nel donare il loro tempo e la loro forza lavorativa
possono trovare il tempo, la vita. Il volontariato offre nella fede un pezzo di
vita, non perché questo sia stato comandato e non perché con questo ci si
guadagna il cielo; neppure perché così si sfugge al pericolo dell’inferno. Non perché
si vuole essere perfetti. Non si guarda indietro, a se stessi. Quante volte la
vita dei cristiani è caratterizzata dal fatto che guardano soprattutto a se
stessi, fanno il bene, per così dire, per se stessi! E quanto è grande la
tentazione per tutti gli uomini di essere preoccupati anzitutto di se stessi,
di guardare indietro a se stessi, diventando così interiormente vuoti,
"statue di sale"! Qui invece non si tratta di perfezionare se stessi
o di voler avere la propria vita per se stessi. Si è fatto del bene – anche se
quel fare è stato pesante, anche se ha richiesto sacrifici –, semplicemente
perché fare il bene è bello, esserci per gli altri è bello. Occorre soltanto
osare il salto. Tutto ciò è preceduto dall’incontro con Gesù Cristo, un
incontro che accende in noi l’amore per Dio e per gli altri e ci libera dalla
ricerca del nostro proprio "io". Una preghiera attribuita a san
Francesco Saverio dice: Faccio il bene non perché in cambio entrerò in cielo e
neppure perché altrimenti mi potresti mandare all’inferno. Lo faccio, perché Tu
sei Tu, il mio Re e mio Signore. In Africa, ad esempio le suore di Madre Teresa
si prodigano per i bambini abbandonati, malati, poveri e sofferenti, senza
porsi domande su se stesse, e proprio così diventano interiormente ricche e
libere. È questo l’atteggiamento propriamente cristiano. <o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNoSpacing" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Riconosciamo
che abbiamo continuamente bisogno di perdono e che perdono significa
responsabilità. Esiste nell’uomo la disponibilità ad amare e la capacità di
rispondere a Dio nella fede. Ma proveniente dalla storia peccaminosa dell’uomo
(la dottrina della Chiesa parla del peccato originale) esiste anche la tendenza
contraria all’amore: la tendenza all’egoismo, al chiudersi in se stessi, anzi,
la tendenza al male. Sempre di nuovo la mia anima viene insudiciata da questa
forza di gravità in me, che mi attira verso il basso. Perciò abbiamo bisogno
dell’umiltà che sempre nuovamente chiede perdono a Dio; che si lascia
purificare e che ridesta in noi la forza contraria, la forza positiva del
Creatore, che ci attira verso l’alto.<o:p></o:p></span></div>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-21576550.post-25027488728801783262011-12-25T08:58:00.002+01:002011-12-25T08:58:27.779+01:00LA CRISI DELLA FEDE<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXdKFktIvxtHIICy1eePw04vdmFSkdjbvlRbmYS5eQ_E0iN9hEHa2OmGuX6x5LLWfIHTR4HlI88a-B331XmuMNAWPwE6MA_rlUbHfW5M_d6XGYmtKAYjC58pNmjwasKF0pKJ4g/s1600/30conver.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXdKFktIvxtHIICy1eePw04vdmFSkdjbvlRbmYS5eQ_E0iN9hEHa2OmGuX6x5LLWfIHTR4HlI88a-B331XmuMNAWPwE6MA_rlUbHfW5M_d6XGYmtKAYjC58pNmjwasKF0pKJ4g/s640/30conver.jpg" width="516" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="color: black;">Alla
fine dell’anno, l’Europa si trova in una crisi economica e finanziaria che, in
ultima analisi, si fonda sulla crisi etica che minaccia il Vecchio Continente.
Anche se valori come la solidarietà, l’impegno per gli altri, la responsabilità
per i poveri e i sofferenti sono in gran parte indiscussi, manca spesso la
forza motivante, capace di indurre il singolo e i grandi gruppi sociali a
rinunce e sacrifici. La conoscenza e la volontà non vanno necessariamente di
pari passo. La volontà che difende l’interesse personale oscura la conoscenza e
la conoscenza indebolita non è in grado di rinfrancare la volontà. Perciò, da
questa crisi emergono domande molto fondamentali: dove è la luce che possa
illuminare la nostra conoscenza non soltanto di idee generali, ma di imperativi
concreti? Dove è la forza che solleva in alto la nostra volontà? Sono domande
alle quali il nostro annuncio del Vangelo, la nuova evangelizzazione, deve
rispondere, affinché il messaggio diventi avvenimento, l’annuncio diventi vita.<o:p></o:p></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;">
</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="color: black;">Come
annunciare oggi il Vangelo? In che modo la fede, quale forza viva e vitale, può
oggi diventare realtà? Gli avvenimenti ecclesiali dell’anno che sta per
concludersi sono stati, in definitiva, tutti riferiti a questo tema. Sta sempre
di nuovo al centro delle dispute la domanda: che cosa è una riforma della
Chiesa? Come avviene? Quali sono le sue vie e i suoi obiettivi? Con
preoccupazione, non soltanto i fedeli credenti, ma anche estranei osservano
come le persone che vanno regolarmente in chiesa diventino sempre più anziane e
il loro numero diminuisca continuamente; come ci sia una stagnazione nelle
vocazioni al sacerdozio; come crescano scetticismo e incredulità. Che cosa,
dunque, dobbiamo fare? Esistono infinite discussioni sul da farsi perché si
abbia un’inversione di tendenza. E certamente occorre fare tante cose. Ma il
fare da solo non risolve il problema. Il nocciolo della crisi della Chiesa in
Europa è la crisi della fede. Se ad essa non troviamo una risposta, se la fede
non riprende vitalità, diventando una profonda convinzione ed una forza reale
grazie all’incontro con Gesù Cristo, tutte le altre riforme rimarranno
inefficaci.<o:p></o:p></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-21576550.post-5625683818461259142011-12-22T22:30:00.002+01:002011-12-22T22:30:45.516+01:00LA GIOIA<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEguXS9kFw4ZYyoHDLCZ06VXKdtu-SX4qneHuCAE4W8CBHnY7Rmxeos7sFFADLJnMbo6lHxBPmfxyt4x9Q0wpjjiaF5paypHFr98FsslysSc55F_E5-FGETFxmfz4yvV81QeP5X1/s1600/47emmau.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="512" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEguXS9kFw4ZYyoHDLCZ06VXKdtu-SX4qneHuCAE4W8CBHnY7Rmxeos7sFFADLJnMbo6lHxBPmfxyt4x9Q0wpjjiaF5paypHFr98FsslysSc55F_E5-FGETFxmfz4yvV81QeP5X1/s640/47emmau.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Da
dove viene? Come la si spiega? Sicuramente sono molti i fattori che agiscono
insieme. Ma quello decisivo è, secondo il mio parere, la certezza proveniente
dalla fede: io sono voluto. Ho un compito nella storia. Sono accettato, sono
amato. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Josef Pieper, nel suo libro sull’amore, ha mostrato che l’uomo può
accettare se stesso solo se è accettato da qualcun altro. Ha bisogno
dell’esserci dell’altro che gli dice, non soltanto a parole: è bene che tu ci
sia. Solo a partire da un "tu", l’"io" può trovare se
stesso. Solo se è accettato, l’"io" può accettare se stesso. Chi non
è amato non può neppure amare se stesso. Questo essere accolto viene anzitutto
dall’altra persona. Ma ogni accoglienza umana è fragile. In fin dei conti
abbiamo bisogno di un’accoglienza incondizionata. Solo se Dio mi accoglie e io
ne divento sicuro, so definitivamente: è bene che io ci sia. È bene essere una
persona umana. Dove viene meno la percezione dell’uomo di essere accolto da
parte di Dio, di essere amato da Lui, la domanda se sia veramente bene esistere
come persona umana non trova più alcuna risposta. Il dubbio circa l’esistenza
umana diventa sempre più insuperabile. Laddove diventa dominante il dubbio
riguardo a Dio, segue inevitabilmente il dubbio circa lo stesso essere uomini.
Vediamo oggi come questo dubbio si diffonde. Lo vediamo nella mancanza di
gioia, nella tristezza interiore che si può leggere su tanti volti umani. Solo
la fede mi dà la certezza: è bene che io ci sia. È bene esistere come persona
umana, anche in tempi difficili. La fede rende lieti a partire dal di dentro. <a href="http://press.catholica.va/news_services/bulletin/news/28587.php?index=28587&po_date=22.12.2011&lang=it">(qui)<o:p></o:p></a></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-21576550.post-90798178159312507872011-12-10T16:46:00.001+01:002011-12-10T16:51:19.987+01:00I QUESITI DI FONDO<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5P4MJwNo686xGAtF9F0EUxRraVvm4moEY-W3s2DQPxscJKEPsWy9YusBnSJqGaRBUHc-uOSBFhLYdELn1o3_oc-OMD1vXooopW3MmtwBBEfzDYBMygBxjXhQZBcxrU36b4CPw/s1600/mistero_map.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5P4MJwNo686xGAtF9F0EUxRraVvm4moEY-W3s2DQPxscJKEPsWy9YusBnSJqGaRBUHc-uOSBFhLYdELn1o3_oc-OMD1vXooopW3MmtwBBEfzDYBMygBxjXhQZBcxrU36b4CPw/s400/mistero_map.png" width="340" /></a></div>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-21576550.post-34040418682498832932011-11-28T21:48:00.001+01:002011-11-28T21:51:57.973+01:00È NECESSARIO RAGGIUNGERE UN ORIZZONTE PIÙ AMPIO<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlJAmUVy9amWi-vNyLhacJUGTYWE_6HhTn_7kAYsbxM7JTAH2fRIgZmW-m_4Wq_5e02H7y9YWO5YSzTNGht4TzFRz8LpuYirBRxbpRlj7ynXfzvXMAih8xQ6tAWvo20808xebS/s1600/39religi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlJAmUVy9amWi-vNyLhacJUGTYWE_6HhTn_7kAYsbxM7JTAH2fRIgZmW-m_4Wq_5e02H7y9YWO5YSzTNGht4TzFRz8LpuYirBRxbpRlj7ynXfzvXMAih8xQ6tAWvo20808xebS/s640/39religi.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Albert Einstein affermava che la
realtà, per poter essere spiegata e affrontata, deve essere semplificata e non
resa illusoriamente più semplice. Sapere semplificare situazioni complesse è
qualità dei leader, spacciare come semplice qualcosa che invece è complicato è
difetto dei dilettanti. Oggi si intuisce che in tutto il mondo occidentale si
cerca di spiegare la crisi economica in modo apparentemente semplice, indicando
soluzioni facilmente attuabili a breve, senza però domandarsi se queste
presunte soluzioni non possano addirittura aggravare la crisi stessa.<o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Il debito pubblico contratto dai vari
Paesi non è stato prodotto in contesti assimilabili e non può pertanto essere
analizzato in modo omogeneo. In realtà, la sua dimensione, il suo costo, la
possibilità di rinnovo alla scadenza — variabili che tanto preoccupano i
mercati e i Governi — si possono ridurre e assorbire, in una fase di difficoltà
come quella attuale, solo con la crescita economica. Il prelievo fiscale in
tutte le sue forme, senza una vera strategia di crescita, che è peraltro in
contraddizione con il prelievo fiscale stesso, permette solo di accrescere
ulteriormente la spesa pubblica, inevitabile per permettere interventi
economici in assenza di sviluppo. La crescita, in un momento come quello
attuale, si ottiene solo con l’uso opportuno delle risorse disponibili, per
favorire le imprese che creano ricchezza e occupazione sostenibile, pagano le
tasse e permettono con queste di assorbire il debito.<o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Imposte patrimoniali, nuove tasse o
surrogati simili, durante una crisi prolungata, riducono o azzerano le risorse
per gli investimenti, scoraggiano la fiducia degli investitori, penalizzano il
costo del debito pubblico e le possibilità di rinnovo alla sua scadenza. In
questo contesto, imporre tasse sui patrimoni e sui redditi equivale a una
contro-sussidiarietà suicida dello Stato verso il cittadino. Chi detiene
patrimoni leciti, sui quali ha pagato imposte giuste, ha contribuito a creare
ricchezza e, proprio grazie a essi, continua a produrla con investimenti e
consumi.<o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Ulteriori prelievi fiscali non
sarebbero sinonimo di solidarietà, ma solo di una maggiore spesa pubblica e
forse di un debito più alto e di una povertà più diffusa. Imposte alte
penalizzano il risparmio, generano sfiducia nella capacità di stimolare la
ripresa, colpiscono le famiglie e impediscono la formazione di nuovi nuclei
familiari, creano incertezza e precarietà del lavoro. In breve, pongono i
presupposti per un’altra fase di sviluppo non sostenibile.<o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">È questa la realtà da spiegare,
evitando, per dirla con Einstein, illusorie semplificazioni. Ogni azione
importante, per ottenere successo, deve essere chiara nel contesto, negli
obiettivi, nelle risorse necessarie e sulla loro organizzazione. Le autentiche
soluzioni globali della crisi devono quindi tenere conto di cosa l’ha
originata, della sua ampiezza, del tempo e dei mezzi necessari per risolverla.
È necessario cioè raggiungere un orizzonte più ampio. Come fece Noè, che
alzando lo sguardo riuscì ad andare oltre se stesso e a salvare l’umanità.
(Ettore Gotti Tedeschi)<o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-21576550.post-73362413411739142832011-11-28T21:38:00.001+01:002011-11-28T21:47:30.812+01:00NEGARE LA VITA COMPORTA IL CROLLO DELL' ECONOMIA<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyoa-4kgQUfiCZssGu7bkjuvgUrBZiI7QphlP5eASoqpa5cEeuc_ZUw3w8ALxyv1sv2WxEaMtE12jcG52lhzV8LGjvH9dN2lrpX791N-UwbuYbu__WhDjUEyE6ps48z7cj2HFl/s1600/hirsiali.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyoa-4kgQUfiCZssGu7bkjuvgUrBZiI7QphlP5eASoqpa5cEeuc_ZUw3w8ALxyv1sv2WxEaMtE12jcG52lhzV8LGjvH9dN2lrpX791N-UwbuYbu__WhDjUEyE6ps48z7cj2HFl/s640/hirsiali.jpg" width="459" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Nulla è più razionale di un principio
di morale cattolica. Il crollo della natalità, oltre all' umiliazione della
dignità umana attraverso le pratiche di aborto ed eutanasia, è l'esempio più
evidente di quanto negare la vita comporti il crollo dell' economia. Trent'
anni fa - grazie alle tesi malthusiane, rapidamente divulgate e altrettanto
rapidamente recepite in un sistema culturale ormai relativista e prenichilista
- il mondo occidentale decise di interrompere la natalità per il bene comune,
per stare meglio e per non consumare troppo le risorse del pianeta. Riuscendo
così a produrre un effetto diametralmente opposto. Infatti poche leggi
economiche sono così razionalmente correlate all' andamento della natalità, il
negarlo esprime solo l' irrazionalità pseudoscientifica e/o la non rettitudine
di intenzioni. Tutti i modelli di crescita economica classici - per citarne
qualcuno quelli di Solow e dello stesso Keynes - sono totalmente riferiti alla
crescita o decrescita della popolazione e pertanto alla offerta di mano d'
opera, alla produttività, alla domanda, agli investimenti e alla creazione di
risparmio. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Mi viene da affermare che chi non vuole la crescita della
popolazione, in realtà, non voglia la crescita economica e del benessere. Ciò è
spiegato dal fatto che costoro vedono nella crescita economica un peggioramento
della qualità della vita (di chi può goderne...), un incoraggiamento dei
bisogni artificiali, un consumo delle risorse del pianeta ecc. In realtà,
essendo la maggior parte di queste affermazioni sbagliate, emerge l' idea più
forte che in realtà sia l' uomo (egoista o peggio) a non sopportare il prossimo
e a pensare continuamente come sacrificarlo con mezzi «leciti» e politicamente
corretti. Anche Caino non sopportava Abele, per lui era di troppo. Era migliore
produttivamente e lo umiliava con il risultato dei suoi allevamenti di greggi,
ma soprattutto inquinava l' atmosfera. Come? Con i sacrifici (dei migliori
montoni del gregge) che offriva, bruciandoli, a Dio. Magari Caino ha pensato di
togliere dai piedi Abele quale «capitalista e antiecologista». Ma anche a lui,
chi lo avrà mai suggerito? </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Alla fine del Settecento, un prete protestante,
Thomas Robert Malthus, cercò di fare del sacrificio della crescita della
popolazione, una scienza, spiegando «matematicamente» che la crescita della
popolazione avrebbe esaurito le risorse disponibili. Nonostante Malthus stesso
non sia mai stato in grado di spiegare detta teoria, chissà perché, questa
divenne una scienza e si perpetuò fino a giorni nostri, attraverso i
neomalthusiani, che negli anni 1968-1975 decretarono che prima del 2000 decine,
centinaia di milioni di persone sarebbero morte di fame, soprattutto in Asia e
India. Potenza previsionale degli «economisti scienziati», non solo ciò non è
successo, ma detti Paesi, grazie alla popolazione, sono diventati benestanti,
stanno diventando ricchi e forse ci compreranno. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">La crisi in corso nasce grazie
al crollo delle nascite nel mondo occidentale che ha avuto inizio intorno al
1975. Detto crollo ha provocato la flessione dello sviluppo economico e l'
aumento dei costi fissi grazie all' invecchiamento della popolazione,
conseguentemente l' aumento delle imposte e il crollo del tasso di crescita del
risparmio prodotto. Per compensare detti fenomeni prima si utilizzarono due
modelli corretti: maggior produttività e delocalizzazione, poi,
progressivamente, si stimolò la crescita consumistica a debito delle famiglie
e, infine, dell' intero sistema economico, fino agli eccessi dei cosiddetti
subprime degli ultimi anni, quando gli Usa (pur con una minima crescita di
popolazione immigrata) dovettero sostenere con una crescita del Pil la ripresa
delle spese militari post terrorismo dei primi anni del Duemila. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Chi va
vituperato pertanto? Il banchiere disonesto, come si cerca di insinuare, o il
politico superficiale suggestionato dall' economista che lo convince ad
aumentare nel suo mandato la crescita del Pil, diminuendo la crescita della
popolazione o l' intellettuale supponente che si infastidisce se c' è coda in
autostrada o al supermercato e divulga tesi insostenibili? E dove erano i
responsabili della tenuta morale della società che dovevano spiegare dottrina e
si occupavano invece di sociopolitica? </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Dove stanno ora le soluzioni? Io credo
stiano anche, o soprattutto, nella soluzione educativa e nella forza della
famiglia. Anzitutto sono convinto che l' uomo sia stato creato affinché
pensasse prima che lavorasse. Negli ultimi decenni questa capacità di pensare è
notevolmente diminuita avendo sostituito i modelli di apprendimento che erano
propri della nostra cultura, da «sapere il perché» a «sapere come». È evidente
che il modello «sapere come» è più produttivo, a breve, ma alla lunga produce
schiavitù di pensiero e ritarda le capacità immaginative e reattive di progettazione
di un futuro adeguato alla nostra vocazione. Si ritorni pertanto a insegnare e
apprendere il «perché» prima del «come». La forza della famiglia non è solo
nella capacità di produrre effetti sociali unici, perché dà fini e identità
agli individui, responsabilizza e propone aspirazioni motivate, consapevoli e
soggettive. La forza sta anche nel suo valore economico, poiché la famiglia
produce impegno, stimolo a realizzare azioni responsabili e finalizzate al
sostegno e alla crescita della famiglia stessa. Stimola la produzione, il
risparmio, l' investimento, la creazione di ricchezza. Produce stimoli
competitivi nell' educazione, formazione, sostegno dei figli, assistenza al suo
interno, creando così un valore sostenibile per la società, un motore di produzione
di talenti e ricchezza qualitativa e quantitativa. Incoraggiando la ripresa a
sposarsi e a fare figli - anche se l' avvenire sembrasse scoraggiante (basta
confidare nella grazia e impegnarsi) - avvia immediatamente un ciclo anche
economico. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><strong>La famiglia non solo produce crescita reale, ma avvia quattro anime
economiche che le sono tanto proprie quanto misconosciute: la famiglia quale
produttore di reddito, di risparmio, di investimento (in capitale umano
soprattutto), di ridistributore di reddito al suo interno. Oggi che le idee per
la ripresa mancano, il progetto famiglia ritorna a essere fondamentale</strong>. I Paesi
preoccupati della non crescita della natalità hanno stabilito fondi a supporto,
stanno progettando in tal modo una ripresa dell' economia a medio termine. La
Francia ha stanziato qualche tempo fa un 2,5% del Pil, la Germania un 3,2%, la
Scandinavia un 4%. L' Italia un 1%... </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Se è vero che la famiglia è stata
inventata dal cristianesimo, solo questo basterebbe a renderlo benemerito per i
valori economici creati nei secoli. È evidente che per credere e realizzare
tutto ciò, la maggioranza dovrebbe avere una visione antropologica comune dell'
uomo. Però così non è. C' è chi vede nell' uomo una creatura di Dio e chi lo
vede cancro dell' universo, altri si limitano a vederlo come puro mezzo di
produzione e consumo. Curiosamente i detrattori della dignità della persona
vorrebbero oggi un ridimensionamento dello sviluppo che renderebbe impossibile
assorbire i costi fissi della nostra struttura economica e sociale e fare
investimenti tecnologici. Decrescere oggi significherebbe produrre un sistema
dove si devono pagare più tasse, inutilmente. Detti profeti sono gli stessi che
scoraggiavano a fare figli. Reagiamo. (Gotti Tedeschi Ettore)<o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-21576550.post-3148899345801165642011-11-18T22:09:00.001+01:002011-11-18T22:31:51.920+01:00LE DIFFICOLTÀ DEL MOMENTO ATTUALE<span style="color: black; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 11pt;"><strong><a href="http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=hotresaula&id=1&mod=1321541665000&part=doc_dc-ressten_rs-gentit_cdpdcdmecd-intervento_montimariopresidente&parse=no">Dal discorso del prof. Mario Monti al Senato:</a></strong></span><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiP4DW31YrEkofriqGXIGMIxauSeaEEcAGgoTfdkVmI3yKwwTecMVx_hYsVoB88vWxzb3bQW90DHXXsdyDRyZSacIDFd3S5vKmFtonNvZelJAftNe23fP14xU50VCHhnFow05Ka/s1600/fiat-500-d.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiP4DW31YrEkofriqGXIGMIxauSeaEEcAGgoTfdkVmI3yKwwTecMVx_hYsVoB88vWxzb3bQW90DHXXsdyDRyZSacIDFd3S5vKmFtonNvZelJAftNe23fP14xU50VCHhnFow05Ka/s1600/fiat-500-d.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"></a></div>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiP4DW31YrEkofriqGXIGMIxauSeaEEcAGgoTfdkVmI3yKwwTecMVx_hYsVoB88vWxzb3bQW90DHXXsdyDRyZSacIDFd3S5vKmFtonNvZelJAftNe23fP14xU50VCHhnFow05Ka/s1600/fiat-500-d.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiP4DW31YrEkofriqGXIGMIxauSeaEEcAGgoTfdkVmI3yKwwTecMVx_hYsVoB88vWxzb3bQW90DHXXsdyDRyZSacIDFd3S5vKmFtonNvZelJAftNe23fP14xU50VCHhnFow05Ka/s200/fiat-500-d.jpg" width="138" /></a><span style="color: black; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 11pt;">Il Governo riconosce di essere
nato per affrontare in spirito costruttivo e unitario una situazione di seria
emergenza. Vorrei usare questa espressione: Governo di impegno nazionale.
Governo di impegno nazionale significa assumere su di sé il compito di
rinsaldare le relazioni civili e istituzionali, fondandole sul senso dello
Stato. È il senso dello Stato e la forza delle istituzioni che evitano la
degenerazione del senso di famiglia in familismo, dell'appartenenza alla
comunità di origine in localismo, del senso del partito in settarismo. Ed io ho
inteso, fin dal primo momento, il mio servizio allo Stato non certo con la
supponenza di chi, considerato tecnico, venga per dimostrare un'asserita
superiorità della tecnica rispetto alla politica; al contrario, spero che il
mio Governo e io potremo, nel periodo che ci è messo a disposizione,
contribuire, in modo rispettoso e con umiltà, a riconciliare maggiormente -
permettetemi di usare questa espressione - i cittadini e le istituzioni, i
cittadini alla politica. <o:p></o:p></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 11pt;">Le difficoltà del momento
attuale. L'Europa sta vivendo i giorni più difficili dagli anni del secondo
dopoguerra. Il progetto che dobbiamo alla lungimiranza di grandi uomini
politici, quali furono Konrad Adenauer, Jean Monnet, Robert Schuman e -
sottolineo in modo particolare - Alcide De Gasperi, e che per sessant'anni
abbiamo perseguito, passo dopo passo, dal Trattato di Roma - non a caso di Roma
- all'Atto unico, ai Trattati di Maastricht e di Lisbona, è sottoposto alla
prova più grave dalla sua fondazione.<o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 11pt;">Un fallimento non sarebbe solo
deleterio per noi europei. Farebbe venire meno la prospettiva di un mondo più
equilibrato in cui l'Europa possa meglio trasmettere i suoi valori ed
esercitare il ruolo che ad essa compete, in un mondo sempre più bisognoso di
una <i>governance</i> multilaterale efficace.<o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 11pt;">Non illudiamoci che il progetto
europeo possa sopravvivere se dovesse fallire l'Unione monetaria. La fine
dell'euro disgregherebbe il mercato unico, le sue regole, le sue istituzioni.
Ci riporterebbe là dove l'Europa era negli anni Cinquanta.<o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 11pt;">La gestione della crisi ha
risentito di un difetto di <i>governance</i> e, in prospettiva, dovrà essere
superata con azioni a livello europeo. Ma solo se riusciremo ad evitare che
qualcuno, con maggiore o minore fondamento, ci consideri l'anello debole
dell'Europa, potremo ricominciare a contribuire a pieno titolo all'elaborazione
di queste riforme europee. Altrimenti, ci ritroveremo soci di un progetto che
non avremo contribuito ad elaborare, ideato da Paesi che, pur avendo a cuore il
futuro dell'Europa, hanno a cuore anche i lori interessi nazionali, tra i quali
non c'è necessariamente un'Italia forte.<o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 11pt;">Il futuro dell'euro dipende anche
da ciò che farà l'Italia nelle prossime settimane. Anche: non solo, ma anche.
Gli investitori internazionali detengono quasi metà del nostro debito pubblico.
Dobbiamo convincerli che abbiamo imboccato la strada di una riduzione graduale
ma durevole del rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo. Quel
rapporto è oggi al medesimo livello al quale era vent'anni fa, ed è il terzo
più elevato tra i Paesi dell'OCSE.<o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 11pt;">Per raggiungere questo obiettivo,
intendiamo far leva su tre pilastri: rigore di bilancio, crescita ed equità.<o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 11pt;">Nel ventennio trascorso l'Italia
ha fatto molto per riportare in equilibrio i conti pubblici, sebbene alzando
l'imposizione fiscale su lavoratori dipendenti e imprese, più che riducendo in
modo permanente la spesa pubblica corrente. Tuttavia, quegli sforzi sono stati
frustrati dalla mancanza di crescita. L'assenza di crescita ha annullato i
sacrifici fatti. Dobbiamo porci obiettivi ambiziosi sul pareggio di bilancio,
sulla discesa del rapporto tra debito e PIL. Ma non saremo credibili, neppure
nel perseguimento e nel mantenimento di questi obiettivi, se non ricominceremo
a crescere.<o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 11pt;">Ciò che occorre fare per
ricominciare a crescere è noto da tempo. Gli studi dei migliori centri di
ricerca italiani avevano individuato le misure necessarie molto prima che esse
venissero recepite nei documenti che in questi mesi abbiamo ricevuto dalle
istituzioni europee. Non c'è nessuna originalità europea nell'aver individuato
ciò che l'Italia deve fare per crescere di più. È un problema del sistema
italiano riuscire a decidere e poi ad attuare quanto noi italiani sapevamo bene
fosse necessario per la nostra crescita.<o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 11pt;">Non vediamo i vincoli europei
come imposizioni. Anzitutto, permettetemi di dire, e me lo sentirete affermare
spesso, che non c'è un "loro" e un "noi". L'Europa siamo
noi! E sono per lo più, quelli che poi ci vengono, in un turbinio di messaggi,
di lettere e di deliberazioni dalle istituzioni europee, provvedimenti volti a
rendere meno ingessata l'economia, a facilitare la nascita di nuove imprese e
poi indurne la crescita, migliorare l'efficienza dei servizi offerti dalle
amministrazioni pubbliche, favorire l'ingresso nel mondo del lavoro dei giovani
e delle donne, le due grandi risorse sprecate del nostro Paese. <o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 11pt;">L'obiezione che spesso si oppone
a queste misure è che esse servono, certo, ma nel breve periodo fanno poco per
la crescita. È un'obiezione dietro la quale spesso si maschera - riconosciamolo
- chi queste misure non vuole, non tanto perché non hanno effetti sulla
crescita nel breve periodo (che è vero che non hanno), ma perché si teme che
queste misure ledano gli interessi di qualcuno. Ma, evidentemente, più tardi si
comincia, più tardi arriveranno i benefici delle riforme. Ma, soprattutto, le
scelte degli investitori che acquistano i nostri titoli pubblici sono guidate
sì da convenienze finanziarie immediate, ma - mettiamocelo in testa - sono
guidate anche dalle loro aspettative su come sarà l'Italia fra dieci o
vent'anni, quando scadranno i titoli che acquistano oggi.<o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 11pt;">Quindi, non c'è iato tra le cose
che dobbiamo o fare oggi o avviare oggi, anche se avranno effetti lontani,
perché anche gli investitori, che ci premiano o ci puniscono, agiscono oggi, ma
guardano anche agli effetti lontani.<o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 11pt;">Riforme che hanno effetti anche
graduali sulla crescita, influendo sulle aspettative degli investitori, possono
riflettersi in una riduzione immediata dei tassi di interesse, con conseguenze
positive sulla crescita stessa.<o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 11pt;">I sacrifici necessari per ridurre
il debito e per far ripartire la crescita dovranno essere equi. Maggiore sarà
l'equità, più accettabili saranno quei provvedimenti e più ampia - mi auguro -
sarà la maggioranza che in Parlamento riterrà di poterli sostenere. Equità
significa chiedersi quale sia l'effetto delle riforme non solo sulle componenti
relativamente forti della società, quelle che hanno la forza di associarsi, ma
anche sui giovani e sulle donne. Dobbiamo renderci conto che, se falliremo e se
non troveremo la necessaria unità di intenti, la spontanea evoluzione della
crisi finanziaria ci sottoporrà tutti, ma soprattutto le fasce più deboli della
popolazione, a condizioni ben più dure.<o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 11pt;">La crisi che stiamo vivendo è
internazionale: questo è ovvio, ma conviene ripeterlo ogni volta, anche ad
evitare demonizzazioni. <o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 11pt;">È internazionale, ma l'Italia ne
ha risentito in maniera particolare. Secondo la Commissione europea, al termine
del prossimo anno il prodotto interno lordo dell'Italia sarebbe ancora quattro
punti e mezzo al di sotto del livello raggiunto prima della crisi. Per la
stessa data, l'area dell'euro nel suo complesso avrebbe invece recuperato la
perdita di prodotto dovuta alla crisi. Francia e Germania raggiungerebbero il
traguardo di riportarsi al livello precrisi nell'anno in corso.<o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 11pt;">La relativa debolezza della
nostra economia precede l'avvio della crisi. Tra il 2001 e il 2007 il prodotto
italiano è cresciuto di 6,7 punti percentuali, contro i 12 della media dell'area
dell'euro, i 10,8 della Francia e gli 8,3 della Germania. I risultati sono
deludenti al Nord come al Sud. E non vi propongo un paragone con la Cina o con
altri Paesi emergenti, ma con i nostri colleghi ed amici stretti della zona
euro.<o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 11pt;">La crisi ha colpito più duramente
i giovani. Ad esempio, nei 15 Paesi che componevano l'Unione europea fino al
2004, tra il 2007 e il 2010 il tasso di disoccupazione nella classe di età
15-24 anni è aumentato di cinque punti percentuali; in Italia, di 7,6 punti
percentuali.<o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 11pt;">Il nostro Paese rimane
caratterizzato da profonde disparità territoriali. Il lungo periodo di bassa
crescita e la crisi le hanno accentuate. Esiste una questione meridionale:
infrastrutture, disoccupazione, innovazione, rispetto della legalità. I
problemi del Mezzogiorno vanno affrontati non nella logica del chiedere di più,
ma di una razionale modulazione delle risorse. Esiste anche una questione
settentrionale: costo della vita, delocalizzazione, nuove povertà, bassa
natalità. Il riequilibrio di bilancio, le riforme strutturali e la coesione
territoriale richiedono piena e leale collaborazione tra i diversi livelli
istituzionali. Occorre riconoscere il valore costituzionale delle autonomie speciali,
nel duplice binario della responsabilità e della reciprocità. <o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 11pt;">Sono consapevole che sarebbe
un'ambizione eccessiva da parte mia e da parte nostra pretendere di risolvere
in un arco di tempo limitato, qual è quello che ci separa dalla fine di questa
legislatura, problemi che hanno origini profonde e che sono radicati in
consuetudini e comportamenti consolidati. Ciò che ci prefiggiamo di fare è
impostare il lavoro, mettendo a punto gli strumenti che permettano ai Governi
che ci succederanno di proseguire un processo di cambiamento duraturo.<o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 11pt;">Per questo il programma che vi
sottopongo oggi si compone di due parti, che hanno obiettivi e orizzonti
temporali diversi. Da un lato, vi è una serie di provvedimenti per affrontare
l'emergenza, assicurare la sostenibilità della finanza pubblica, restituire
fiducia nelle capacità del nostro Paese di reagire e sostenere una crescita
duratura ed equilibrata. Dall'altro lato, si tratta di delineare con iniziative
concrete un progetto per modernizzare le strutture economiche e sociali, in
modo da ampliare le opportunità per le imprese, i giovani, le donne e tutti i
cittadini, in un quadro di ritrovata coesione sociale e territoriale.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 11pt;">..............</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 11pt;">Un innalzamento significativo del
tasso di crescita è condizione essenziale non solo del riequilibrio
finanziario, ma anche del progresso civile e sociale. In tal senso, una
strategia di rilancio della crescita non può prescindere da un'azione
determinata ed efficace di contrasto alla criminalità organizzata e a tutte le
mafie, che vada a colpire gli interessi economici delle organizzazioni e le
loro infiltrazioni nell'economia legale. <o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 11pt;">Il risanamento della finanza
pubblica e il rilancio della crescita contribuiranno a rafforzare la posizione
dell'Italia in Europa e, più in generale, la nostra politica estera. Vocazione
europeistica, solidarietà atlantica, rapporti con i nostri partner strategici,
apertura dei mercati, sicurezza nazionale e internazionale rimarranno i cardini
di tale politica. <o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 11pt;">La gravità della situazione
attuale richiede una risposta pronta e decisa nella creazione di condizioni
favorevoli alla crescita, nel perseguimento del pareggio di bilancio, con
interventi strutturali e con un'equa distribuzione dei sacrifici.<o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 11pt;">Il tentativo che ci proponiamo di
compiere, onorevoli senatori, e che vi chiedo di sostenere, è difficilissimo.
E' difficilissimo, sennò ho il sospetto che non mi troverei qui oggi. I margini
di successo sono tanto più ridotti, come ha rilevato il Presidente della
Repubblica, dopo anni di contrapposizioni e di scontri nella politica
nazionale.<o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 11pt;">Se sapremo cogliere insieme
questa opportunità per avviare un confronto costruttivo su scelte e obiettivi
di fondo, avremo l'occasione di riscattare il Paese e potremo ristabilire la
fiducia nelle sue istituzioni. “Il Parlamento è il cuore pulsante di ogni politica di Governo, lo snodo decisivo per il rilancio e il riscatto della vita democratica. Al Parlamento vanno riconosciute e rafforzate, attraverso l'azione quotidiana di ciascuno di noi, dignità, credibilità e autorevolezza. Da parte mia, da parte nostra, vi sarà sempre una chiara difesa del ruolo di entrambe le Camere quali protagoniste del pubblico dibattito.<o:p></o:p><i><o:p></o:p></i></span></div>Unknownnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-21576550.post-83230988733856291212011-11-08T22:21:00.003+01:002011-11-08T22:25:12.360+01:007 NOVEMBRE<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh16Ca65eufo_OYdqE2DgMS6aC729fX6vsLHHb9krvrK2y2cg7ngaslkvuAekNgEhRHM_KKnbS_gn6eG3nGrUwrjO1y1Baes2Ue5HOFAawEeYZEU_SJt1PDufMwBDR1UytDMDhs/s1600/53764911_f81282b989.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh16Ca65eufo_OYdqE2DgMS6aC729fX6vsLHHb9krvrK2y2cg7ngaslkvuAekNgEhRHM_KKnbS_gn6eG3nGrUwrjO1y1Baes2Ue5HOFAawEeYZEU_SJt1PDufMwBDR1UytDMDhs/s1600/53764911_f81282b989.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh16Ca65eufo_OYdqE2DgMS6aC729fX6vsLHHb9krvrK2y2cg7ngaslkvuAekNgEhRHM_KKnbS_gn6eG3nGrUwrjO1y1Baes2Ue5HOFAawEeYZEU_SJt1PDufMwBDR1UytDMDhs/s1600/53764911_f81282b989.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh16Ca65eufo_OYdqE2DgMS6aC729fX6vsLHHb9krvrK2y2cg7ngaslkvuAekNgEhRHM_KKnbS_gn6eG3nGrUwrjO1y1Baes2Ue5HOFAawEeYZEU_SJt1PDufMwBDR1UytDMDhs/s200/53764911_f81282b989.jpg" width="133" /></a><span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><span style="color: black;"> 7
novembre, anniversario dell’inizio di un regime «sconosciuto all’umanità»,
perché prima di esso, come scrive il grandissimo storico ex comunista François
Furet, «nessuno Stato al mondo s’è mai dato l’obiettivo di uccidere i propri
cittadini o di asservirli», come invece ha fatto per settant’anni l’URSS.
Nessuno Stato al mondo prima aveva recintato il proprio territorio ed i propri
domini non per impedire invasioni, ma per impedire evasioni, così costituendosi
come «prigione dei popoli» (secondo Alain Besançon, nell’URSS il GULag era il
campo di concentramento a regime duro, il resto del territorio quello a regime
ordinario). Mai prima, sostiene lo storico Bruce Lincoln, «una società […]
aveva ucciso i propri componenti con tanta disinvoltura e per ragioni così
diverse». Tutto questo perché, dice l’oppositore al regime sovietico e
scrittore Vladimir Maksimov, «senza esserne cosciente, l’uomo si era levato,
per la prima volta nella storia, non contro le circostanze sociali, ma contro
se stesso, contro la propria natura». Altro che «generosa utopia»: l’utopia,
proprio in quanto tale, è perversa e nemica dell’uomo, come la storia del
comunismo ha dimostrato e dimostra, se è vero, come è vero, che mentre l’URSS è
finita, ancora in Cina, in Corea del Nord, a Cuba, in Viet Nam, in Birmania, in
Bielorussia, in Venezuela con il «socialismo del XXI secolo, il comunismo
terrorizza, affama, imprigiona, uccide…<o:p></o:p></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>Unknownnoreply@blogger.com