27.1.06

Chesterton, Gilbert Keith - Ortodossia



"La cinta esterna del Cristianesimo è un rigido presidio di abnegazioni etiche e di preti professionali; ma dentro questo presidio inumano troverete la vecchia vita umana che danza come i fanciulli e beve vino come gli uomini. (…) Nella filosofia moderna avviene il contrario: la cinta esterna è innegabilmente artistica ed emancipata: la sua disperazione sta dentro."
La grandezza di Gilbert Keith Chesterton sta nella sua capacità di guidarci alla verità attraverso il paradosso, di smontare tutti i luoghi comuni con un sorriso divertito e bonario, anche se a volte beffardo. E' per questo che nel leggerlo si prova un'incredibile allegria e si ha in cambio una deliziosa serenità. E' tanto il piacere, che non vorresti finire mai.
Ortodossia è la storia di un viaggio esistenziale, partito dalle secche e dalle assurdità del pensiero moderno (idealista, materialista, superomistico, pessimista o ottimista) per giungere all'unico approdo che a Chesterton appare veramente umano e ragionevole: il Cristianesimo. Scritto nel 1908, questo saggio testimonia a caldo i risultati della ricerca che il grande inglese andava compiendo in quegli anni e che lo avrebbe portato in braccio alla Chiesa cattolica. Egli stesso ci confessa che è un tentativo di esporre quella che riteneva essere la sua personale filosofia, finchè non si accorse che si stava poggiando, senza saperlo, a tutto il Cristianesimo. Insomma, i pezzi di quel puzzle che è l'uomo vanno tutti a posto nell'incontro con Cristo. I paradossi di Chesterton sono fantastici e anche questo suo saggio ne è pieno.”