7.2.09

INTERROMPERE UNA VITA E’ ALLUCINANTE E BESTIALE


Così si è espresso Enzo Jannacci nella bella intervista rilasciata ieri al Corriere della Sera. In essa ci ricorda che: “La vita è sempre importante, non soltanto quando è attraente ed emozionante, ma anche se si presenta inerme e indifesa. L’esistenza è uno spazio che ci hanno regalato e che dobbiamo riempire di senso, sempre e comunque.” Ne suggerisco la lettura integrale qui.
Ma la vicenda in corso mi porta a fare alcune considerazioni:
1) La volontà di Eluana. Non esiste alcun documento o testamento che abbia permesso di accertare quanto affermato dal padre o da alcune conoscenti. La sentenza della Corte di Appello è in sostanza una condanna a morte, basata sulle sole dichiarazioni del padre, a seguito delle quali i giudici si sono formati la loro convinzione (?) "vista la straordinaria durata dello stato vegetativo permanente e l'altrettanto straordinaria tensione del suo carattere verso la libertà e la sua visione della vita” (sic!).
2) E’ responsabilità dello Stato garantire e tutelare la vita di tutti. Non ci può essere uno Stato dove ci sono vite che non sono ritenute degne di essere vissute. La vita deve essere tutelata sempre e comunque, in ogni circostanza, dal suo concepimento fino alla sua fine naturale. Non è ammissibile che in Italia dove la Costituzione difende la vita, si possa distruggere la vita.
3) Quello che si profila è l’inizio di una deriva, di un nuovo passaggio , dopo l’aborto, verso la cultura della morte, un passaggio dove la vita perde la sua dignità e il suo valore sacrale. Non è questione di essere insensibili alla sofferenza altrui. Si inizia con il caso pietoso ma l’intento è di estendere la facoltà come atto privato fino all’eutanasia, in nome dell’ideologia del relativismo. Si dice che quella di Eluana non è vita. Che razza di vità è quella di tanti anziani, non più autosufficienti e ammalati, che vivono in uno stato vegetativo in molte strutture pubbliche e private? Perché non si va dal giudice e si chiede di interrompere l’alimentazione, tanto non se ne accorgerebbero minimamente e potrebbero passare a migliore vita con vantaggi per lo Stato e le famiglie?
4) Ancora una volta brilla l’ipocrisia di coloro che non perdono occasione di protestare contro la pena di morte (però solo nel caso di esecuzioni da parte USA) o la caccia alle foche, ma sono poi in prima fila a sostenere il diritto di aborto (uccisione del feto) e il diritto all’eutanasia (uccisione del malato terminale o dell’anziano inutile).
5) Anche su questo caso, davvero lacerante ma rispetto al quale ogni cristiano è in grado di distinguere il grano dalla pula, si fanno sentire i cattolici-contro, quelli cioè che vogliono ad ogni costo far parte della Chiesa cattolica ma ritengono di essere la vera Chiesa, il Movimento per la riforma della Chiesa Cattolica, e pretendono di insegnare al papa ed ai vescovi quello che devono o non devono fare. Leggere per credere. Che tristezza!