IL NICHILISMO
Il nichilismo è una concezione delle cose, in base alla quale la realtà sarebbe inesorabilmente destinata a declinare nel nulla, ovvero, dal punto di vista etico, sarebbe indeterminabile o assente una finalità ultima che orienti il corso delle cose e la vita dell'uomo. Dato che l’uomo è limitato e sperimenta ogni giorno questo limite nella morte e nelle sue dolorose anticipazioni, allora egli può essere spinto a considerare - al di là di quanto ne sia cosciente - che il niente sia il vero senso dell’essere. L’affermazione nichilista nega pertanto, in questo senso, vera consistenza alla realtà e di conseguenza esclude che l'uomo possa fare esperienza della verità in quanto tale, considerata come oggettiva e universale.
Il nichilismo dei nostri giorni è più tranquillizzante e consolatorio: predica l’accettazione da parte dell’uomo della propria condizione e l’inutilità delle speranze che sono fuori dalla sua portata.
In Nietzsche il fenomeno del nichilismo viene descritto come segno dei tempi, sintomo della decadenza in cui versa la civiltà; nello stesso tempo, in positivo, il crepuscolo dei valori e degli idoli "con i piedi d'argilla" che hanno dominato la storia dell'Occidente, e quindi nel suo insieme e nel suo avanzare costituisce l'annuncio di una nuova "aurora", la profezia di una nuova era, che sorgerà dalle ceneri della morte dell'uomo così come esso storicamente si è dato, e del Dio che egli ha costruito a propria immagine e somiglianza. Profeta e interprete di questa nuova era sarà dunque non più l'uomo, ma una sorta di figura mitica, designata come l'Oltreuomo (Übermensch), capace di assumere su di sé il senso profondo del nichilismo e superarlo, rendendosi autore e creatore di nuovi valori. Nella fondamentale opera Così parlò Zarathustra, Nietzsche raffigura la civiltà decadente, il nichilismo e l'Oltreuomo con alcune metafore, quali quella del cammello portatore del peso dei valori e degli idoli che si è creato (la storia umana e la cultura) e che lo appesantiscono nel suo movimento libero e creativo, una sorta di sapere storico che reprime e indebolisce la potenza e la forza dell'istinto di libertà creativa ch'era invece presente in più larga misura in figure e popolazioni che ci hanno preceduto; la figura del leone, il nichilismo stesso ma anche il filosofo distruttore poiché anch'egli immerso anche se in maniera attiva nel processo di decadenza e quindi anch'egli figura del nichilismo ed infine l'aurora oltre l'umano troppo umano: l'Oltreuomo che liberatosi dalle catene della storia quale storia del nichilismo e alleggeritosi dai fardelli del passato che imprigionavano il gioco creativo delle sue facoltà e dei suoi istinti primordiali, come un fanciullo gioca finalmente libero e creatore di sempre più nuove possibilità esistenziali sì che la Terra diventa "luogo di guarigione".
In Nietzsche la parola nichilismo designa l'essenza della crisi che ha investito la civiltà europea moderna: per Nietzsche il nichilismo è un evento che porta con sé decadenza e spaesamento, tanto da costituire una sorta di malattia da cui il mondo moderno è affetto; tale malattia condurrebbe alla disgregazione del soggetto morale, alla debilitazione della volontà e alla perdita del fine ultimo dell'esistenza (nichilismo passivo).
In Wille zur Macht (La volontà della potenza) egli afferma:
« Ciò che io racconto è la storia dei prossimi due secoli. Io descrivo ciò che viene, ciò che non può fare a meno di venire: l'avvento del nichilismo. Questa storia può già ora essere raccontata; perché la necessità stessa è qui all'opera. Questo futuro parla già per mille segni, questo destino si annunzia dappertutto; per questa musica del futuro tutte le orecchie sono già in ascolto. Tutta la nostra cultura europea si muove in una torturante tensione che cresce da decenni in decenni, come protesa verso una catastrofe: irrequieta, violenta, precipitosa; simile ad una corrente che vuole giungere alla fine, che non riflette più ed ha paura di riflettere. »
A tale condizione seguirebbe, secondo Nietzsche, un risorgimento della volontà legislatrice umana e un superamento della condizione di malattia attraverso una multiforme rivalutazione dell'esistenza (nichilismo attivo) libera da ogni pretesa di verità assoluta. Fondamento del nichilismo è la "morte di Dio", simbolo della perdita di ogni punto di riferimento e massima rivelazione del nulla universale.
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