Nulla è più razionale di un principio
di morale cattolica. Il crollo della natalità, oltre all' umiliazione della
dignità umana attraverso le pratiche di aborto ed eutanasia, è l'esempio più
evidente di quanto negare la vita comporti il crollo dell' economia. Trent'
anni fa - grazie alle tesi malthusiane, rapidamente divulgate e altrettanto
rapidamente recepite in un sistema culturale ormai relativista e prenichilista
- il mondo occidentale decise di interrompere la natalità per il bene comune,
per stare meglio e per non consumare troppo le risorse del pianeta. Riuscendo
così a produrre un effetto diametralmente opposto. Infatti poche leggi
economiche sono così razionalmente correlate all' andamento della natalità, il
negarlo esprime solo l' irrazionalità pseudoscientifica e/o la non rettitudine
di intenzioni. Tutti i modelli di crescita economica classici - per citarne
qualcuno quelli di Solow e dello stesso Keynes - sono totalmente riferiti alla
crescita o decrescita della popolazione e pertanto alla offerta di mano d'
opera, alla produttività, alla domanda, agli investimenti e alla creazione di
risparmio.
Mi viene da affermare che chi non vuole la crescita della
popolazione, in realtà, non voglia la crescita economica e del benessere. Ciò è
spiegato dal fatto che costoro vedono nella crescita economica un peggioramento
della qualità della vita (di chi può goderne...), un incoraggiamento dei
bisogni artificiali, un consumo delle risorse del pianeta ecc. In realtà,
essendo la maggior parte di queste affermazioni sbagliate, emerge l' idea più
forte che in realtà sia l' uomo (egoista o peggio) a non sopportare il prossimo
e a pensare continuamente come sacrificarlo con mezzi «leciti» e politicamente
corretti. Anche Caino non sopportava Abele, per lui era di troppo. Era migliore
produttivamente e lo umiliava con il risultato dei suoi allevamenti di greggi,
ma soprattutto inquinava l' atmosfera. Come? Con i sacrifici (dei migliori
montoni del gregge) che offriva, bruciandoli, a Dio. Magari Caino ha pensato di
togliere dai piedi Abele quale «capitalista e antiecologista». Ma anche a lui,
chi lo avrà mai suggerito?
Alla fine del Settecento, un prete protestante,
Thomas Robert Malthus, cercò di fare del sacrificio della crescita della
popolazione, una scienza, spiegando «matematicamente» che la crescita della
popolazione avrebbe esaurito le risorse disponibili. Nonostante Malthus stesso
non sia mai stato in grado di spiegare detta teoria, chissà perché, questa
divenne una scienza e si perpetuò fino a giorni nostri, attraverso i
neomalthusiani, che negli anni 1968-1975 decretarono che prima del 2000 decine,
centinaia di milioni di persone sarebbero morte di fame, soprattutto in Asia e
India. Potenza previsionale degli «economisti scienziati», non solo ciò non è
successo, ma detti Paesi, grazie alla popolazione, sono diventati benestanti,
stanno diventando ricchi e forse ci compreranno.
La crisi in corso nasce grazie
al crollo delle nascite nel mondo occidentale che ha avuto inizio intorno al
1975. Detto crollo ha provocato la flessione dello sviluppo economico e l'
aumento dei costi fissi grazie all' invecchiamento della popolazione,
conseguentemente l' aumento delle imposte e il crollo del tasso di crescita del
risparmio prodotto. Per compensare detti fenomeni prima si utilizzarono due
modelli corretti: maggior produttività e delocalizzazione, poi,
progressivamente, si stimolò la crescita consumistica a debito delle famiglie
e, infine, dell' intero sistema economico, fino agli eccessi dei cosiddetti
subprime degli ultimi anni, quando gli Usa (pur con una minima crescita di
popolazione immigrata) dovettero sostenere con una crescita del Pil la ripresa
delle spese militari post terrorismo dei primi anni del Duemila.
Chi va
vituperato pertanto? Il banchiere disonesto, come si cerca di insinuare, o il
politico superficiale suggestionato dall' economista che lo convince ad
aumentare nel suo mandato la crescita del Pil, diminuendo la crescita della
popolazione o l' intellettuale supponente che si infastidisce se c' è coda in
autostrada o al supermercato e divulga tesi insostenibili? E dove erano i
responsabili della tenuta morale della società che dovevano spiegare dottrina e
si occupavano invece di sociopolitica?
Dove stanno ora le soluzioni? Io credo
stiano anche, o soprattutto, nella soluzione educativa e nella forza della
famiglia. Anzitutto sono convinto che l' uomo sia stato creato affinché
pensasse prima che lavorasse. Negli ultimi decenni questa capacità di pensare è
notevolmente diminuita avendo sostituito i modelli di apprendimento che erano
propri della nostra cultura, da «sapere il perché» a «sapere come». È evidente
che il modello «sapere come» è più produttivo, a breve, ma alla lunga produce
schiavitù di pensiero e ritarda le capacità immaginative e reattive di progettazione
di un futuro adeguato alla nostra vocazione. Si ritorni pertanto a insegnare e
apprendere il «perché» prima del «come». La forza della famiglia non è solo
nella capacità di produrre effetti sociali unici, perché dà fini e identità
agli individui, responsabilizza e propone aspirazioni motivate, consapevoli e
soggettive. La forza sta anche nel suo valore economico, poiché la famiglia
produce impegno, stimolo a realizzare azioni responsabili e finalizzate al
sostegno e alla crescita della famiglia stessa. Stimola la produzione, il
risparmio, l' investimento, la creazione di ricchezza. Produce stimoli
competitivi nell' educazione, formazione, sostegno dei figli, assistenza al suo
interno, creando così un valore sostenibile per la società, un motore di produzione
di talenti e ricchezza qualitativa e quantitativa. Incoraggiando la ripresa a
sposarsi e a fare figli - anche se l' avvenire sembrasse scoraggiante (basta
confidare nella grazia e impegnarsi) - avvia immediatamente un ciclo anche
economico.
La famiglia non solo produce crescita reale, ma avvia quattro anime
economiche che le sono tanto proprie quanto misconosciute: la famiglia quale
produttore di reddito, di risparmio, di investimento (in capitale umano
soprattutto), di ridistributore di reddito al suo interno. Oggi che le idee per
la ripresa mancano, il progetto famiglia ritorna a essere fondamentale. I Paesi
preoccupati della non crescita della natalità hanno stabilito fondi a supporto,
stanno progettando in tal modo una ripresa dell' economia a medio termine. La
Francia ha stanziato qualche tempo fa un 2,5% del Pil, la Germania un 3,2%, la
Scandinavia un 4%. L' Italia un 1%...
Se è vero che la famiglia è stata
inventata dal cristianesimo, solo questo basterebbe a renderlo benemerito per i
valori economici creati nei secoli. È evidente che per credere e realizzare
tutto ciò, la maggioranza dovrebbe avere una visione antropologica comune dell'
uomo. Però così non è. C' è chi vede nell' uomo una creatura di Dio e chi lo
vede cancro dell' universo, altri si limitano a vederlo come puro mezzo di
produzione e consumo. Curiosamente i detrattori della dignità della persona
vorrebbero oggi un ridimensionamento dello sviluppo che renderebbe impossibile
assorbire i costi fissi della nostra struttura economica e sociale e fare
investimenti tecnologici. Decrescere oggi significherebbe produrre un sistema
dove si devono pagare più tasse, inutilmente. Detti profeti sono gli stessi che
scoraggiavano a fare figli. Reagiamo. (Gotti Tedeschi Ettore)
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