16.9.13

IL SENSO DEL SACRO


Fin dall’alba della storia umana, quando la coscienza di sé si manifestò per la prima volta su questo pianeta, sembra che i membri della specie Homo avessero la percezione di essere circondati da una potenza numinosa. Sentivano che il percorso della loro vita era tracciato da forze invisibili che pervadevano il mondo con finalità su cui essi non avevano controllo ma con cui potevano mettersi in sintonia. E lo fecero grazie a racconti, simboli e rituali successivamente definiti dal termine generico “religione”.
Il senso del sacro apparteneva diffusamente alle prime società umane.
La storia della vita umana indica che in ogni società, negli ultimi centomila anni, la progressiva complessità nella perizia tecnica si accompagnò allo sviluppo dell’abilità linguistica e all’inequivocabile presenza della religione.
Con il passaggio dalle società caratterizzate da un’economia di sussistenza, basata sulla caccia e sulla raccolta, agli insediamenti stanziali e poi alle grandi città-Stato nate intorno al 3000 a.C., quella prima consapevolezza della presenza del sacro assunse molteplici forme di attività religiose strutturate. Sistemi articolati di narrazioni e canti, simboli e rituali, tempi e luoghi sacri, pratiche morali, gerarchie sacerdotali e veggenti carismatici organizzarono il rapporto tra le persone e la presenza divina in ambienti culturalmente differenti.

Gli esseri umani hanno avvertito la presenza sacra svelarsi nei modi più diversi: nella natura, negli eventi della storia, nell’arte, nella musica e nella danza, nella pace interiore e nella guarigione fisica, in tuta la varietà delle esperienze umane, positive o negative, in particolare nell’amore e nella perdita. L’hanno percepita quando hanno incontrato dei limiti, l’inquietante, l’elemento sorprendente, un’insolita pienezza o un vuoto nella vita, e hanno cercato di avvicinarsi ad essa tramite una grande varietà di pratiche.