1.5.08

IL FEMMINISMO NON È SINONIMO DI EMANCIPAZIONISMO


Comunemente si pensa che il femminismo sia sinonimo di emancipazionismo, invece c’è molta differenza. L’emancipazionismo considera le donne come un gruppo sociale da tutelare, debole, in qualche modo inferiore, che ha bisogno appunto di emanciparsi per diventare simile all’uomo, che è considerato il vero modello della cittadinanza. È evidente che l’uomo ha un corpo che non genera, diviene padre solo attraverso il rapporto con una donna, che porta nel proprio grembo un figlio per nove mesi e che poi lo allatta: fra maternità e paternità c’è una fortissima differenza, biologica e anche relazionale. Di fatto, se il modello di cittadinanza è l’uomo, se tutte le donne devono aspirare a somigliare agli uomini, è evidente che le differenze sono messe in secondo piano, e del tutto svalorizzate. Il femminismo è nato proprio in antitesi a tale idea di emancipazione. Femminismo vuol dire certo dare pari opportunità, perché ognuno nella sua differenza arricchisce un modello umano che è un modello comune, ma prima di tutto significa dare valore alla differenza, e quindi dare valore e centralità alla maternità, che è il cuore di questa differenza. Ovviamente il femminismo è una grande galassia di correnti molto diverse e l’emancipazionismo appartiene in qualche forma a queste correnti, ma il femminismo in senso autentico è nato in opposizione a questa idea, in quanto è l’emancipazione che svalorizza la maternità, perchè tende a considerarla, seppur in maniera non dichiarata, un ostacolo alla propria realizzazione. Se la realizzazione è diventare il più possibile uguale agli uomini, è evidente che la maternità è un ostacolo; ma questo è un pensiero che non appartiene al femminismo in senso autentico. (qui)