29.7.06

Il chestertoniano elogio di limiti e divieti


Il gusto di vivere si nutre delle responsabilità che ci assumiamo, la gioia della libertà è alimentata dal senso del limite che ci siamo posti e l’intensità del piacere dall’autorevolezza del divieto che ci siamo imposti. Chi, in nome della vita, della libertà e del piacere, combatte le responsabilità, i limiti e i divieti, non si rende conto di essere il nemico più pericoloso di ciò che vuole difendere. Poiché si sente così debole da non voler neppure tentare di tenere fede alle regole del gioco, mette subito le mani avanti sbandierando il valore della libertà di cambiarle, di interpretarle, di trasgredirle. A seconda del desiderio del momento o del punto di vista dell’io in quella particolare fase della vita o della storia (e quando si comincia a sezionare in fasi la vita o la storia significa che si avvicina quella “ridanciana tirannide della decadenza che si chiama libertà”).
La convinzione che la libertà significhi soprattutto libertà di vietare e necessità del limite è tema centrale dell’opera di Gilbert Keith Chesterton. Un paradosso “serio”, fertile di sviluppi, sia saggistici che narrativi, ricorrente nelle pagine dei suoi libri. La polemica contro l’“ostinato e folle tentativo di procurarsi il piacere senza pagarne lo scotto” è già presente in uno dei primi scritti, la “Difesa dei voti avventati” (1901). Che si trasforma in un’accusa contro coloro che, seguitando “a blaterare di libertà”, celebrano la licenza di garantirsi, in ogni situazione, una via di fuga, che contrabbandano come nuova frontiera del progresso. E invece “è proprio questa porta secondaria, questa sensazione di avere un rifugio alle spalle che, a nostro avviso, rende sterile il piacere moderno”. L’equivoco è quello di considerare ogni pensiero forte come una minaccia oscurantista e il dubbio come una risorsa di libera affermazione della personalità, la fede e il dogma come castrazione e il relativismo come ventaglio di possibilità a cui attingere per un equilibrato punto di vista sul mondo. (continua)