5.10.06

LIBERTA' RELIGIOSA


Come ogni anno, alla vigilia del ramadan, qualcuno al ministero dell'Interno saudita affila le armi: il Comitato per la promozione del bene e la prevenzione del male, meglio noto con il nome di "muttawa", la polizia religiosa. «I non musulmani residenti nel regno - si legge nel comunicato di giovedì scorso - sono tenuti a rispettare i sentimenti dei musulmani astenendosi dal mangiare, bere e fumare in pubblico, nelle strade e ai posti di lavoro». Il fatto di non essere musulmani, precisa il comunicato, non esonera nessuno dal rispettare il ramadan e chi violasse le indicazioni «sarà sottoposto a severe misure quali la cessazione del contratto di lavoro e l'estradizione dal regno» dato che «i contratti prescrivono il rispetto della sacralità dei riti islamici». Infatti, se è noto che in Arabia Saudita, che mantiene il primato nella classifica dei paesi che violano la libertà religiosa, è vietato celebrare riti non islamici, meno noto è l'obbligo per i non musulmani (ma anche per i musulmani) di osservare riti islamici. È così offensivo dei sentimenti del musulmano se un cristiano o un buddista consuma un pasto in sua presenza? (tempi)