6.10.06

SI NAVIGA A VISTA


Si ritiene comunemente che «siamo tutti sullo stesso piano e che lo spazio sociale, giuridico, valoriale sia uno spazio neutro dove chiunque può entrare liberamente, imporre le proprie leggi, i propri valori e la risultante di questo insieme ibrido, caotico dovrebbe essere una comune civiltà».
Nelle democrazie europee come il Regno Unito, la Francia, l'Olanda si è pensato che fosse sufficiente elargire la libertà perchè essa diventasse patrimonio collettivo, ma si è creato un contesto ghettizzante con identità distinte, e talvolta contrarie, a quella nazionale.
Bisogna assumere una posizione eticamente responsabile, che ci consenta di definire quale sia il nostro interesse, quale il bene e quale il male, quale la verità e quale il falso. Senza ciò non resta che una navigazione a vista, ed è quello che sta avvenendo oggi in Italia: non si ha chiaro quale sia la rotta né il traguardo.
«Su questa barca il capitano deve fare il conto con tanti altri rivali che vogliono primeggiare perchè più è incerto il futuro più la classe politica tende ad agire non da statista, ma da politicante con una visione miope di breve respiro perchè non si sa bene quanto potrà durare il governo, quanto potranno durare loro in seno al potere e quindi quello che conta è fare delle dichiarazioni eclatanti per raccogliere un titolo del giornale o del telegiornale, perchè da quel titolo potrà dipendere la raccolta dei voti necessari a perpetuare il loro potere».
In Italia si è perso il senso dello stato, dell'interesse nazionale, la cultura del bene della collettività, e diventa arduo riuscire a dare risposte adeguate alle grandi sfide della globalizzazione. Bisogna far tesoro degli errori commessi dagli altri Paesi europei e partire dalle nostre certezze, dai nostri valori, da quel sistema di valori che caratterizza il nostro essere italiani e che deve trovare conforto e radicamento nella tradizione cristiana dell'Italia.
(le citazioni tra virgolette sono tratte da Magdi Allam)