DIRITTO NON COINCIDE CON DESIDERIO
Ora nel caso della famiglia fondata sul matrimonio almeno il common sense impone di distinguere tra matrimonio e convivenze di diverso tipo: distinguere ciò che è diverso è segno di intelligenza e di giustizia, né è costrizione richiamare l'attenzione dei distratti sui differenti scopi, valori e funzioni che connotano da un lato la famiglia e dall'altro convivenze varie. Ma oggi si vorrebbe che a ciascuno fosse consentito di vivere come vuole, attraverso leggi che lo permettono, all'unica condizione di non violare la Costituzione: leggi cioè non obbligatorie (come sono quelle che ordinano o vietano) ma "permissive".
Il fatto è che queste leggi che concedono comportamenti sotto certe condizioni, raramente rispettano il contenuto minimo del diritto naturale e la base di ogni convivenza civile, cioè i criteri del nemimem laedere, tolto il quale non vi è più società civile ma una lotta a morte dei forti contro i deboli, e quello di dare a ciascuno il suo.
Si può pensare diversamente solo se si ha un'idea povera di democrazia, in cui questa si riduce al criterio di maggioranza applicato in maniera indiscriminata. Una tale democrazia priva di altre norme avrebbe come limite solo il rispetto formale della Costituzione, ossia di una carta che come è nata da una maggioranza così può essere mutata col cambiare delle maggioranze: siamo al positivismo giuridico più spinto.
La maggioranza non può decidere qualsiasi cosa, e un'idea soltanto procedurale della democrazia può consentire qualsiasi ignominia da parte dello schieramento volta a volta prevalente.
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