22.7.07

LA DITTATURA DEL RELATIVISMO


Il relativismo inteso come non-scelta, il relativismo come non-riconoscimento di valori universali ed accettazione di valori pragmaticamente quotidiani e materialistici è una «dittatura» perchè se l'uomo riconosce la sua libertà nella scelta, il non-scegliere lo relega ad una condizione di schiavitù dovuta ad un'accettazione di un sistema valoriale condizionato da etiche consumistiche, subentrate ad un background esperienziale di usi, costumi e sentimenti frutto della cultura e della storia di un paese stesso. La non-scelta, quindi il non riconoscimento di un'identità socialmente condivisa, porta ad una spersonificazione dell'essere stesso in quanto non più identificabile in un quadro societario/valoriale comune; da qui la crisi dell'uomo moderno ed il conseguente relativismo in nome di una riaffermazione del laicismo teso ad un' identificazione con la società che lo circonda ed i suoi valori. Ma se è vero che assistiamo ogni giorno di più alla esaltazione dell'individuo che si auto celebra rincorrendo degli «status» conformisticamente indotti, è anche vero che il malessere di cui questo stesso individuo è schiavo è dovuto alla solitudine in cui la standardizzazione di valori ed obiettivi lo hanno relegato. Ciò che distingue la massificazione dall' appartenenza ad una cultura sociale è l'etica: essa è rintracciabile nella scelta responsabile, cioè nella morale che guida l'individuo attraverso gli ostacoli che la vita gli presenta. Il campo morale per eccellenza è la cultura in cui l'uomo è cresciuto. La nostra cultura è fondata su valori cattolici e la scelta che questi tempi ci impongono è una riaffermazione di identità. Le società moderne multietniche contrappongono modi e culture diverse che vivono a stretto contatto tra loro, mancanti di una giusta regolamentazione che definisca punti d'incontro socialmente condivisi. Lo stato di diritto non consiste solo nel riconoscimento giuridico dei diritti, ma anche nel rispetto delle norme, dei principi e dei valori che sono alla base della regolamentazione giuridica. Ciò significa che accettare modi, stili e ritualità di vita diversi può avvenire solamente nel contesto legislativo generale del proprio paese.