26.6.08

E COSI' HA FINITO PER DIVENTARE ERETICO


Il mondo moderno – dice G.K.Chesterton – ha voluto ribellarsi alla Verità che la tradizione aveva tramandato e trasmesso nel corso dei secoli, ha voluto immaginarsi da sé un’altra verità, e così ha finito per diventare “eretico”: “L’eretico […] non è colui che ama troppo la verità […] ma è colui che ama la propria verità più della verità stessa”, che ama così morbosamente il suo punto di vista al punto da non essere capace di rinunciarvi se esso si dimostra falso.
Il mondo moderno ha pensato che l’uomo poteva essere se stesso solo emancipandosi dall’antica fede dei padri, solo uscendo dal tempio, abbandonando le verità del tempio. La fuga dal tempio non ha fatto incamminare gli uomini verso la libertà, ma verso un nuovo mondo di idoli, di immagini cui, per prestar fede, bisogna evidentemente rinunciare alla propria umanità e ragionevolezza.
Ma questa ribellione alla Verità è una possibilità insita nel cuore di ogni uomo; ogni uomo, in quanto segnato dalla ferita della Caduta, del peccato d’origine, è come perennemente in lotta con la verità e con se stesso, e se non c’è quello che Chesterton chiamerebbe “punto di gravità e di equilibrio”, allora è facile cadere, è facile rimanere tra le sabbie mobili del dubbio e della disperazione. Questo punto di equilibrio – ci dice Chesterton - l’uomo non lo può trovare dentro di sé, guardandosi dentro col metodo introspettivo; il Cristianesimo muove l’uomo a togliersi gli occhi di dosso e a guardare verso un’altra realtà, che sta dentro alla realtà, ma fuori dell’uomo. Così , l’uomo che non può credere a nient’altro che a se stesso e in se stesso, è un uomo destinato alla disperazione e alla prigionia del male, è un uomo che resterà perennemente nelle catene del suo limite senza desiderare di esserne sciolto e liberato.