Come ogni essere umano, anche il credente è immerso nelle fatiche e nei dolori quotidiani. Ma trova nella fede una lente che gli permette di vedere le stesse cose di sempre sotto una luce nuova. La fede non cambia il paesaggio, ma modifica lo sguardo dell'uomo.
8.6.08
RENNES LE CHATEAU E CODICE
La credenza nel 'Codice' (e in un altro Gesù) è un sintomo di scristianizzazione. Quando la gente non crede più in Dio, diceva Chesterton, non è che non creda più a nulla, crede a tutto. Persino ai mass media. Per smontare la presunta storicità del 'Codice' basta un articolo abbastanza breve(e ne sono stati scritti di ottimi) che dica due cose: La prima è che tutta la vicenda di Gesù che sposa la Maddalena, del suo viaggio in Francia, della fondazione della dinastia merovingia e del Priorato di Sion è paccottiglia che circolava da decenni in una pletora di libri e libretti per i devoti di scienze occulte, da quelli di de Sède sur Rennes-le-Chateau al 'Il santo Graal' di Baigent, Leigh e Lincoln. Ora che tutto questo materiale contenesse sequele di panzane è stato detto e dimostrato da tempo. La seconda cosa è che Brown dissemina il suo libro di numerosi errori storici, come quello di andare a cercare informazioni su Gesù (che la chiesa avrebbe censurato) nei manoscritti del Mar Morto - i quali non parlano affatto di Gesù, bensì di faccende ebraiche come gli Esseni. È che Brown confonde i manoscritti del Mar Morto con quelli di Nag Hammadi.
La famiglia è il test della libertà, perché è l'unica cosa che l'uomo libero fa da sé e per sé. G.K. Chesterton
Il lavoro e la famiglia sono le realtà più profondamente umane.
Tanto il credente quanto l’incredulo, ognuno a suo modo, condividono dubbio e fede, sempre che non cerchino di sfuggire a se stessi e alla verità della loro esistenza. Nessuno può sfuggire completamente al dubbio, ma nemmeno alla fede; per l’uno la fede si rende presente contro il dubbio, per l’altro attraverso il dubbio e sotto forma di dubbio. Benedetto XVI
"Ogni albero si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo" (Luca 6,44)
"The Catholic Church is the only thing which saves a man from the degrading slavery of being a child of his age." (Gilbert Keith Chesterton)
“Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie. Noi, invece, abbiamo un'altra misura: il Figlio di Dio, il vero uomo. É Lui la misura del vero umanesimo. "Adulta" non é una fede che segue le onde della moda e l'ultima novità; adulta e matura é una fede profondamente radicata nell'amicizia con Cristo.”
Disse loro anche una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutt'e due in una buca? Il discepolo non è da più del maestro; ma ognuno ben preparato sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non t'accorgi della trave che è nel tuo? Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello. Non c'è albero buono che faccia frutti cattivi, né albero cattivo che faccia frutti buoni. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo. L'uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore. (Luca 6,39-45)
"Tutti gli imperi e tutti i regni sono crollati, per questa intrinseca e costante debolezza, che furono fondati da uomini forti su uomini forti. Ma quest’unica cosa, la storica Chiesa cristiana, fu fondata su un uomo debole, e per questo motivo è indistruttibile. Poiché nessuna catena è più forte del suo anello più debole.” G. K. CHESTERTON
“E’ facile essere pazzi; è facile essere eretici; è sempre facile lasciare che un’epoca si metta alla testa di qualche cosa, difficile è conservare la propria testa; è sempre facile essere modernisti, come è facile essere snob. Cadere in uno dei tanti trabocchetti dell’errore e dell’eccesso, che, da una moda all’altra, da una setta all’altra, sono stati aperti lungo il cammino storico del Cristianesimo – questo sarebbe stato semplice. E’ sempre semplice cadere; c’è una infinità di angoli a cui si cade, ce n’è uno soltanto a cui ci si appoggia. Perdersi in un qualunque capriccio, dallo Gnosticismo alla Christian Science, sarebbe stato ovvio e banale. Ma averli evitati tutti è l’avventura che conturba; e nella mia visione il carro celeste vola sfolgorante attraverso i secoli, mentre le stolide eresie si contorcono prostrate, e l’angusta verità oscilla ma resta in piedi.”
(Gilbert Keith Chesterton – Ortodossia)
"Platone vi ha detto una verità. Ma Platone è morto. Shakespeare vi ha colpito con una immagine, ma non può più colpirvi con altre nuove. Ora immaginate che cosa sarebbe vivere con questi uomini ancora viventi, sapere che Platone può venir fuori domani con una conferenza originale, o che ad ogni momento Shakespeare può sbaragliare ogni cosa con una sola canzone. L’uomo che vive in contatto con quella che egli crede una chiesa vivente è un uomo che può sempre aspettarsi di trovare domani Platone o Shakespeare a colazione. Può sempre aspettarsi di scorgere qualche verità che non ha mai scorto prima" (G.K.C. - Ortodossia)
"Che la libertà non divenga un pretesto per vivere secondo la carne, ma mediante la carità siate a servizio gli uni degli altri. Tutta la legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: amerai il prossimo tuo come te stesso. Ma se vi mordete e divorate a vicenda, guardate almeno di non distruggervi del tutto gli uni gli altri!" (Gal 5, 13 – 15). Ma purtroppo questo "mordere e divorare" esiste anche oggi nella Chiesa come espressione di una libertà mal interpretata. (Dalla lettera di Benedetto XVI ai Vescovi del 12.03.2009)
I paesi di Europa rimasti sotto l’influenza dei preti sono precisamente quelli dove ancora si canta, si danza, e ci si mettono vestiti sgargianti e l’arte vive all’aperto. La dottrina e la disciplina cattolica possono essere dei muri, ma sono i muri di una palestra di giuochi. Il Cristianesimo è la sola cornice in cui sia preservata la gioia del paganesimo. Immaginiamoci dei fanciulli che stanno giocando sul piano erboso di qualche isolotto elevato sul mare; finché c’era un muro intorno all’orlo dell’altura, essi potevano sbizzarrirsi nei giochi più frenetici e fare di quel luogo la più rumorosa delle nurseries; ora il parapetto è stato buttato giù, lasciando scoperto il pericolo del precipizio. I fanciulli non sono caduti, ma i loro amici, al ritorno, li hanno trovati rannicchiati e impauriti nel centro dell’isolotto, e il loro canto era cessato. (…)
La cinta esterna del Cristianesimo è un rigido presidio di abnegazioni etiche e di preti professionali; ma dentro questo presidio inumano troverete la vecchia vita umana che danza come i fanciulli e beve vino come gli uomini. (…) Nella filosofia moderna avviene il contrario: la cinta esterna è innegabilmente artistica ed emancipata: la sua disperazione sta dentro.
(G. K. C. - Ortodossia, cap. IX, L’autorità e l’avventuriero)
“Non abbattere mai una palizzata prima di conoscere la ragione per cui fu costruita.”
“La felicità é uno strano personaggio: la si riconosce soltanto dalla sua fotografia al negativo.”
“C’è un grande uomo che fa sentire ogni uomo piccolo. Ma il vero grande uomo è colui che fa sentire tutti grandi.”
“Il vero modo per amare qualsiasi cosa consiste nel renderci conto che la potremmo perdere.”
(Gilbert Keith Chesterton)
In questa Parte tratterò così della potenza della Ragione, mostrando quanto la Ragione stessa possa sui sentimenti e in che cosa consista la Libertà della Mente o Beatitudine: e da questa esposizione risulterà evidente il vantaggio che il sapiente ha sugli umani grezzi e carnali, ossia quanto la Saggezza sia preferibile all'insipienza. [...] Qui, come ho detto, tratterò soltanto della potenza della Mente, ossia della potenza della Ragione, e mostrerò in primo luogo la natura e l'entità dell'imperio che essa ha sui sentimenti e col quale li raffrena e li mòdera: perché abbiamo già dimostrato che sui nostri sentimenti noi non abbiamo un dominio assoluto. (Spinoza)
"L’uomo può capir tutto con l’aiuto di quello che non capisce. Il logico morboso vuol vedere chiaro in ogni cosa col bel risultato di rendere ogni cosa inesplicabile" (G.K.Chesterton, "L'Ortodossia")
“Spesso ho preferito chiamarmi ottimista per evitare la troppo evidente bestemmia del pessimismo.
Ma tutto l’ottimismo dell’epoca è stato falso e scoraggiante, per questa ragione: che ha sempre cercato di provare che noi siamo fatti per il mondo.
L’ottimismo cristiano invece e’ basato sul fatto che noi non siamo fatti per il mondo” (G.K. Chesterton, “L’Ortodossia”)
Il paradosso fondamentale del Cristianesimo è che la ordinaria
condizione dell’uomo non è il suo stato di sanità e sensibilità normale:
la normalità stessa è una anormalità. Questa è la filosofia profonda
della Caduta. […] La massa degli uomini è stata costretta ad essere
allegra per le piccole cose, triste per le grandi. Nondimeno […] ciò
non è nella natura dell’uomo. L’uomo è più se stesso, è più umano,
quando in lui la gioia è fondamentale e il dolore superficiale. […] Il
pessimismo è tutt’al più una mezza festa della commozione; la gioia è
il lavoro tumultuario per cui vivono tutte le cose. […] La gioia, che fu
piccola appariscenza del pagano, è il gigantesco segreto del
cristiano.
G. K. CHESTERTON, Ortodossia, 219
1. “La misura di ogni felicita' e' la riconoscenza. Tutte le mie
convinzioni sono rappresentate da un indovinello che mi colpì fin
da bambino, L'indovinello dice: che disse il primo ranocchio? La
risposta e' questa: "Signore come mi fai saltare bene". In
succinto c'è tutto quello che sto dicendo io. Dio fa saltare il
ranocchio e il ranocchio e' contento di saltellare.”
2. "Spesso ho preferito chiamarmi ottimista per evitare la troppo
evidente bestemmia del pessimismo. Ma tutto l'ottimismo
dell'epoca e' stato falso e scoraggiante, per questa ragione: che
ha sempre cercato di provare che noi siamo fatti per il mondo.
L'ottimismo cristiano invece e' basato sul fatto che noi non siamo
fatti per il mondo."
3. "Le cose in cui ho sempre creduto di più sono le novelle delle
fate: che a me sembrano essere cose interamente ragionevoli. Il
paese delle fate non e' altro che il soleggiato paese del senso
comune. Abbiamo la lezione di Cenerentola; che poi e' la stessa
del Magnificat: "exaltavit humiles". Abbiamo la famosa lezione
della Bella e la Bestia: una cosa deve essere amata prima di
essere amabile…”
4. "Taluni hanno preso la stupida abitudine di parlare dell'ortodossia
come di qualche cosa di pesante, di monotono e di sicuro. Non c'è
invece niente di cosi' pericoloso e di cosi' eccitante come
l'ortodossia: l'ortodossia e' la saggezza e l'essere saggi e' più
drammatico che l'essere pazzi. La chiesa non scelse mai le strade
battute, ne accetto' i luoghi comuni, non fu mai rispettabile. E'
facile essere pazzi; e' facile essere eretici; e' sempre facile
lasciare che un'epoca si metta alla testa di qualche cosa, difficile
e' conservare la propria testa…
5. “La più semplice verità sull'uomo e' che egli e' un essere veramente
strano: strano quasi nel senso che è straniero a questa terra ...
solo, fra tutti gli animali, e' scosso dalla benefica follia del riso;
quasi avesse afferrato qualche segreto di una più vera forma
dell'universo e lo volesse celare all'universo stesso”
( “Ortodossia”)
Così termina il suo capolavoro“Ortodossia”:
"La gioia, che fu piccola appariscenza del pagano, è il gigantesco
segreto del cristiano…. La sua immensa figura che riempie i Vangeli
s’innalza per questo rispetto, come per ogni altro, su tutti i pensatori che si
credettero grandi. Il Suo pathos [di Gesù] fu naturale, quasi casuale.
Gli stoici antichi e moderni ebbero ]‘orgoglio di nascondere le loro lacrime.
Egli non nascose mai le Sue lacrime. Egli le mostrò chiaramente sul Suo
viso aperto ad ogni quotidiano spettacolo come quando Egli vide da
lontano la Sua nativa città. Ma Egli nascose qualche cosa. I solenni
superuomini, i diplomatici imperiali sono fieri di trattenere la loro
collera. Egli non trattenne mai la sua collera. Egli rovesciò i banchi
delle mercanzie per i gradini del Tempio e chiese agli uomini come
sperassero di sfuggire alla dannazione dell’inferno. Pure Egli trattenne
qualche cosa. Lo dico con riverenza: c’era in questa irrompente
personalità un lato che si potrebbe dire di riserbo: c’era qualche cosa
che egli nascose a tutti gli uomini quando andò a pregare sulla
montagna: qualche cosa che egli coprì costantemente con un brusco
silenzio o con un impetuoso isolamento. Era qualche cosa di troppo
grande perché Dio lo mostrasse a noi quando Egli camminava sulla
terra; ed io qualche volta ho immaginato che fosse la Sua allegrezza."
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