25.11.06

AMBIENTALISMO: NOME DI COPERTURA DI COSE SERIE COME DI MOSTRUOSE CIALTRONATE


Il caso dell'ambientalismo è assai duro: i buoni ricercatori sono stati "infiltrati" da un mare di trafficanti dediti alla produzione di indiscriminata paura popolare. L'ambientalismo è un problema serio. 6 miliardi di esseri umani sulla Terra sono una tombola, farli campare in condizioni ragionevoli è un problemaccio: perché non si può fare a meno di usare tecnologie e le tecnologie sporcano. Le tecnologie scaldano, sputano, occupano il suolo, sono brutte a vedersi (non sempre), sono costose, i ricchi ne hanno di più. Tutto vero. Ma sarebbe come dire che non bisogna partorire perché ci sono i dolori del parto, che non bisogna uscire perché può venire il raffreddore, eccetera. Bisogna imparare a fare bilanci: quanto ci si guadagna, quanto ci si rimette. L'età media è aumentata? un motivo ci sarà. Soffriamo di meno di caldo e di freddo? un altro motivo ci sarà pure. Mangiamo regolarmente? Andiamo in vacanza? possiamo trovare lavoro a diecimila chilometri da casa? I motivi ci sono. Il problema di capire, però, c'è, e ogni sforzo dev'essere fatto. Come? Be', se c'è una associazione di ambientalisti privati senza alcun marchio di competenza a voler dire che cosa si sa e si capisce, mi sarà permesso di dubitare della legittimità del loro parere, no? Insomma, l'ambientalismo è una faccenda pubblica, che con le risorse pubbliche si deve affrontare. Queste associazioni private i cui capetti si danno da fare finché non diventano parlamentari, mi puzzano. Il privato "inquina" il pubblico senza remore, e questo è uno dei mali di oggi. Specie in un paese fragile come l'Italia, che di cultura scientifica ne aveva già poca e ora, con il governo che abbiamo, ne avrà sempre meno. Il guaio dell'ambientalismo è che si va ad incollare a problemi etici, diventando subito oggetto discutibile da e per tutti. L'etica, in questo paese, sembra lo hobby più diffuso: tutti competenti, tutti informati. Dio sa che riconoscere la propria cretineria è una delle imprese che forse non riusciranno mai agli umani. Gli ambientalisti d'accatto, però, potrebbero provare a invertire la tendenza, riscattandosi. CARLO BERNARDINI pubblicato su Sapere