18.3.07

ASCOLTARE E DIALOGARE NON SIGNIFICA ACCETTARE


Secondo il cardinal Martini, in tema di valori bisogna procedere in modo che “le nostre parole non cadano come dall’alto, da una teoria”, ma piuttosto “ascoltando la gente, le loro necessità, problemi, sofferenze” . Ora, prestare attenzione, comprendere, dialogare è sano principio democratico oltre che buon costume intellettuale. Ma supponiamo che, ascoltata la gente, questa dica: “Barabba”, oppure: “Mammona”, oppure ancora, per aggiornare il lessico: aborto, eugenetica, eutanasia, sperimentazione sugli embrioni, matrimonio omosessuale, e tutte le altre cose che oggi tanta gente va dicendo e chiedendo. Che cosa si fa? Se si ascolta e si comprende e basta, allora si finisce con l’accettare tutto ciò che la gente vuole, esattamente come sostengono il relativismo e il laicismo anticristiani. Se invece, dopo aver ascoltato e compreso e dialogato, alla fine ci si oppone alla gente, ecco che bisognerà argomentare questa opposizione in nome dell’alto e della teoria. La qual cosa, per un cristiano come il cardinal Martini, non dovrebbe suscitare particolare stupore o resistenza, dacchè, tradotto ad uso e consumo della gente, l’“alto” è il Papa successore di Pietro, e la “teoria” è il cristianesimo di Colui che, dicendo “Ego sum via, veritas, vita”, ascoltò sì la gente, ma, a pena della Crocifissione, non rinunciò a dire e testimoniare ciò che la gente doveva fare per salvarsi. (marcello pera)