LA CHIESA PROMUOVE PRINCIPI COMUNI A TUTTA L'UMANITA'
Da questa concezione e da tali principi derivano in special modo:
- la tutela della vita umana in tutte le sue fasi, dal concepimento alla morte naturale, resistendo a forme di aggressione e di minaccia talvolta mascherate sotto l’apparenza di un malinteso progresso scientifico e sociale: si pensi alla clonazione umana, alla manipolazione genetica, all’aborto, all’eutanasia;
- il riconoscimento e la promozione della famiglia, come relazione fondamentale e naturale tra un uomo e una donna che si apre ai figli, e la sua difesa dai frequenti tentativi di relativizzarla, rendendola giuridicamente uguale o equivalente ad altre forme di unione;
- la tutela del diritto dei genitori ad educare i propri figli.
- il fondamentale diritto alla libertà religiosa, nella sua dimensione non solo individuale ma anche propriamente istituzionale.
Si tratta di principi comuni a tutta l’umanità. Come sottolineato da Benedetto XVI, ‘l’azione della Chiesa nel promuoverli non ha dunque carattere confessionale, ma è rivolta a tutte le persone, prescindendo dalla loro affiliazione religiosa. Al contrario, tale azione è tanto più necessaria quanto più questi principi vengono negati o mal compresi perché ciò costituisce un’offesa contro la verità della persona umana, una ferita grave inflitta alla giustizia stessa’.
[Dall’intervento di mons. Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, al congresso che la Commissione degli episcopati della Comunità europea (COMECE) ha organizzato a Roma nell’ambito dei festeggiamenti per il cinquantenario dei Trattati ]
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