24.3.07

LA CHIESA PROMUOVE PRINCIPI COMUNI A TUTTA L'UMANITA'


Le Chiese europee, “nel condividere l’impegno comune per valori essenziali quali la giustizia, la pace, la libertà, la solidarietà, la tutela dell’ambiente, riaffermano che questi valori non possono realizzarsi in modo autentico prescindendo dalla dimensione trascendente della persona e dal rispetto di norme che sono iscritte nella natura umana. Interesse principale e fine esclusivo di ogni intervento della Chiesa cattolica, nonché suo spazio naturale di dialogo e di contributo, è la promozione e la tutela della dignità della persona e della sua centralità etica, la quale si esplicita in principi che non sono negoziabili perché espressione e contenuto stesso di tale dignità (Benedetto XVI, Discorso ai partecipanti al Convegno promosso dal PPE, 30 marzo 2006).
Da questa concezione e da tali principi derivano in special modo:
- la tutela della vita umana in tutte le sue fasi, dal concepimento alla morte naturale, resistendo a forme di aggressione e di minaccia talvolta mascherate sotto l’apparenza di un malinteso progresso scientifico e sociale: si pensi alla clonazione umana, alla manipolazione genetica, all’aborto, all’eutanasia;
- il riconoscimento e la promozione della famiglia, come relazione fondamentale e naturale tra un uomo e una donna che si apre ai figli, e la sua difesa dai frequenti tentativi di relativizzarla, rendendola giuridicamente uguale o equivalente ad altre forme di unione;
- la tutela del diritto dei genitori ad educare i propri figli.
- il fondamentale diritto alla libertà religiosa, nella sua dimensione non solo individuale ma anche propriamente istituzionale.
Si tratta di principi comuni a tutta l’umanità. Come sottolineato da Benedetto XVI, ‘l’azione della Chiesa nel promuoverli non ha dunque carattere confessionale, ma è rivolta a tutte le persone, prescindendo dalla loro affiliazione religiosa. Al contrario, tale azione è tanto più necessaria quanto più questi principi vengono negati o mal compresi perché ciò costituisce un’offesa contro la verità della persona umana, una ferita grave inflitta alla giustizia stessa’.
[Dall’intervento di mons. Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, al congresso che la Commissione degli episcopati della Comunità europea (COMECE) ha organizzato a Roma nell’ambito dei festeggiamenti per il cinquantenario dei Trattati ]