IL TOTALITARISMO ISLAMISTA
Il miglior alleato dell'Islam è proprio la vulnerabilità disfattistica e la crisi culturale e di coscienza delle classi dirigenti europee. Ciò fa imboccare la via dello sfascio complessivo delle istituzioni, data l'apertura a flussi migratori incontrollati e la strumentalizzazione ideologica del multiculturalismo tollerante, della libertà religiosa e del «diritto alla differenza». L'islamismo si avvale dell'Unione Europea come di un proprio spazio di finanziamento economico ed allargamento geo-strategico. L'atmosfera di decadenza e l'aria di declino che si respira nel Vecchio Continente rappresenta una vera e propria «manna dal cielo» per l'integralismo islamico. In virtù di una comunicazione politica ideologica «islamicamente corretta» impregnata di «guerra delle rappresentazioni» e manipolazione della storia, il musulmano si va spacciando per una vittima, diseredata e vessata, del (presunto) razzismo neo-colonialista occidentale, nuova faccia di un imperialismo giudeo-cristiano. L'islamismo persegue così il disegno di auto-ghettizzarsi in un comunitarismo deviato e sovversivo, e, da minoranza religiosa ostile ai valori e alle leggi della società d'accoglienza, agisce per divenire movimento politico maggioritario mirante nel tempo alla presa diretta ed assoluta del potere per imporre la legge islamica (shari'a), il cui primigenio fondamento è il Corano stesso, testo e manifesto insieme religioso, culturale, sociale e politico «perfetto ed intoccabile».
V'è un'inconciliabilità ed alternativa totale tra la visione umanistica e giudaico-cristiana che sta alla base delle democrazie occidentali laiche e liberali, e l'islamismo, che impone in forza dei postulati del Corano una fusione totale tra precetti religiosi oscurantisti, usanze sociali tribali, primitive e barbare, leggi statali liberticide ed azione politica guerresca. L'Islam si considera come l'unica e vera religione chiamata a dominare il pianeta e ad uccidere tutti i nemici, ossia coloro i quali rifiutano lo status d'inferiorità di sottomissione e «dhimmitudine» che deve essere applicato ai non musulmani. La pace, in tale visione apocalittica del mondo, si realizzerà solo quando l'Islam regnerà incontrastato ed avrà annientato cristianesimo ed ebraismo, i suoi due «rivali» principali. Da qui la violenza e la «guerra santa» (jihad) quale «dovere collettivo di ogni buon musulmano» per la difesa ed espansione planetaria dell'Islam.
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