NOI VIVIAMO OGGI IN UNA SOCIETA' DELLE SCIENZE
Noi viviamo oggi in una società che potremmo definire in senso lato una società delle scienze; una società dove l’opinione pubblica e la politica dell’informazione sono guidate e manipolate sulla base dei risultati delle scienze. Sta qui, a mio parere, il vero pericolo di un possibile abuso della scienza. Tutti i risultati della scienza moderna sono caratterizzati dall’oggettività metodica come sinonimo di anonimità. Nella nostra epoca, nell’epoca del predominio delle scienze naturali e matematiche, la grande “vittoria” delle scienze moderne appare sempre più come un appiattirsi nel monologo, i cui caratteri distintivi sono la chiusura individualistica e la mancanza di ogni fede. Questo è un chiaro segno, peraltro, dell’indebolirsi e del venir meno dell’educazione all’interno della famiglia, dove l’autorità dei genitori viene oggi sostituita dall’autorità dei messaggi diffusi dai mass-media.
Già il grande sociologo Max Weber aveva definito la nostra epoca come l’epoca della burocratizzazione. Viene così alla luce una nuova problematica: da una parte cresce la domanda di regole e controlli, dall’altra, e per conseguenza, la possibilità di abusi di potere. Ogni sistema regolato richiede uno sforzo di adattamento alle regole; ma a sua volta ogni regolazione deve fare i conti con il continuo mutare delle situazioni reali, coi bisogni, le esigenze, le attese degli uomini. L’adattamento alle regole e l’autonomo giudizio personale sembrano difficili da conciliare. Si può anzi dire che la civiltà europea con tutti i suoi grandi successi stia sviluppando una fisionomia sempre più unilaterale, in cui i comportamenti degli uomini sono stilizzati da regole imposte da un’autorità anonima. Come risultato finale di questa diagnosi posso dire che il canone della scienza moderna è ormai rappresentato dal talento dell’adattamento.
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