29.9.07

ESSENZIALE E' LA CONCEZIONE DELLA PERSONA


Il rispetto dell'uomo e della sua dignità, il suo bene e il suo destino sono i valori primari cui deve ispirarsi la società. Oggi più di ieri non si può pensare che la tutela della persona, e il bene dell'umanità, possano essere separati e spezzettati e si possano tutelare alcuni diritti umani, violandone altri. Un filo comune unisce il destino delle persone e delle società, in un mondo che non conosce più barriere insuperabili.
È impossibile promuovere la pace se la giustizia è violata, perché la mancanza di giustizia provoca ribellione, violenza, guerra. Ma è impossibile tutelare la giustizia se alla base della società manca una visione etica e morale riconoscibile. Benedetto XVI ricorda che quando l'uomo insegue desideri o interessi effimeri, questi erodono l'ethos dall'interno e provocano squilibri nella personalità umana e nella sua struttura. Il profitto che diviene unica regola dell'economia degrada l'uomo, lo rende egoista, disattento ai diritti degli altri, e al bene collettivo. Quando l'uomo ricerca soltanto la soddisfazione materiale, o mette da parte la ricerca della verità, diviene più povero interiormente, perde la capacità di costruire se stesso, di realizzare un progetto di vita che soddisfi le sue aspirazioni più alte.
Muovendo da questa concezione ricca e complessa dell'uomo, si comprende il ruolo della famiglia fondata sul rapporto tra un uomo e una donna. Possiamo vedere tutti i giorni che quando la famiglia è posta in pericolo le conseguenze si riversano sulle persone, sulla collettività, sui più deboli. Quando vi è crisi della famiglia essa provoca la sconfitta della persona, mette a rischio i suoi diritti e bisogni legittimi. Se l'egoismo si sostituisce alla solidarietà, si può finire col disconoscere il valore della vita, all'inizio o nella fase terminale. Nella società di oggi, che sta divenendo multiculturale, il diritto di libertà religiosa sta assumendo una nuova centralità, si pone in termini nuovi perché grandi realtà religiose vengono a contatto come mai era avvenuto in passato. La libertà religiosa ha radice nell'apertura alla trascendenza e risponde ai bisogni più intimi della persona che in Dio trovano risposta e appagamento, e deve quindi essere salvaguardata in ogni suo aspetto. L'esercizio di tale libertà comprende anche il diritto di cambiare religione. La religione è indissociabile dalla libertà, e l'Europa deve evitare che si formino comunità nelle quali si entra ma dalle quali non si può uscire, che la multiculturalità provochi contrapposizioni tra religioni, che alcune religioni esigano di potersi diffondere senza riconoscere eguale diritto alle altre.
Se la religione è indissociabile dalla libertà della coscienza, ancor più essa è incompatibile con il terrorismo che usa la violenza in modo sistematico e antiumano. Il terrorismo non può mai invocare Dio a sua giustificazione, perché nel suo fondo è iscritto il disprezzo ingiustificabile della vita umana, mentre in Dio è la fonte dell'uomo e della vita. Nel difendersi contro il terrorismo la società deve rispettare le regole morali e giuridiche che caratterizzano lo Stato di diritto. Essenziale è la concezione della persona che è chiamata a costruire se stessa all'interno di un progetto etico ricco e solidale, senza abbandonarsi alle mode del momento, ai richiami del contingente, alle lusinghe della soddisfazione immediata, perché l'egoismo provoca sempre inaridimento nella propria coscienza, ma anche ferite e impoverimento negli altri. (da avvenire)