9.2.08

ALLARGARE LA RAGIONE


Anche all'interno della scienza stessa, le grandi scoperte nascono quando si "allarga la ragione": non quando si affronta un problema specifico, ma quando ci si dedica allo sviluppo di questioni apparentemente astratte. È sorprendente scoprire la corrispondenza tra quel che la ragione scopre anche nelle sue speculazioni più ardite e la struttura della realtà. Come se, come ha segnalato più volte Benedetto XVI, ci fosse un unico disegno dietro alla struttura del mondo e della mente umana che lo indaga. Non bisogna avere nessuna paura nell'affrontare la ricerca in tutti i suoi aspetti. Ed è sempre la storia della scienza che ci insegna a essere cauti, a non fissarci sulla frontiera attuale come se fosse l'ultima, una sorta di Colonne d'Ercole oltre le quali si stende l'oceano dell'irrazionale. Il richiamo del Papa ad allargare la ragione vale innanzitutto per gli scienziati, è possibile usare riduttivamente la ragione anche all'interno stesso della scienza.
Il riduzionismo, così diffuso oggi, pretende di ridurre il più complesso al più semplice, immagina che le leggi che regolano il livello di base della natura spieghino anche i livelli di complessità superiore. Non è così. Gli elementi di base della vita (gli atomi, le molecole di cui sono composti gli organismi) si comportano come tutti gli altri atomi e le altre molecole, seguendo le medesime leggi; ma le leggi, che governano il funzionamento di un organismo, anche semplice, non sono riducibili a quelle. Intervengono princìpi di funzionamento più complessi, che non sono riscontrabili in nessuno degli elementi di base presi singolarmente. La vita cosciente di un essere umano non può essere ridotta alle leggi che governano il funzionamento dei suoi organi, fosse pure il cervello per il pensiero. Ciascun livello di organizzazione della vita deve essere affrontato con i metodi adeguati: come sarebbe sbagliato studiare le reazioni chimiche che avvengono nel cervello con la psicologia, così è inadeguato studiare il comportamento umano indagando semplicemente le reazioni chimiche che ne stanno alla base.
La realtà è troppo complessa per conoscerla in maniera esauriente. E’ quel che dimenticano i riduzionisti, che tendono invece a imporre la razionalità del momento come se fosse una certezza universale.
Flavio Keller, ordinario di Fisiologia umana e direttore del laboratorio di Neuroscienze delle sviluppo dell'Università Campus Bio-Medico di Roma