La legge 40 funziona
Una bella rivincita per Eleonora Porcu, dell'Ospedale Sant'Orsola di Bologna, che da anni conduce una quasi solitaria battaglia personale, sostenendo che si può lavorare sul congelamento degli ovociti senza toccare gli embrioni. Già ai tempi del dibattito la dottoressa aveva suscitato scandalo all'interno della comunità scientifica (che, o taceva, o sosteneva le ragioni del "sì" all'abrogazione della norma), dichiarando pubblicamente che «la legge 40 è una buona legge. Non serve toccare gli embrioni, che io ritengo esseri umani a tutti gli effetti, ma si possono usare altre tecniche». E a Bologna aveva ribadito la medesima posizione durante il tour promosso da Tempi e il Foglio, "Fratello embrione, sorella verità".
Che ne pensa ora che i suoi colleghi si stupiscono per i buoni risultati delle "sue" tecniche? Dice la dottoressa a Tempi: «Alla buon'ora! Se ne sono accorti anche loro. Dopo aver sostenuto l'esatto contrario durante tutto il periodo referendario e avermi accusata di manipolare i dati, oggi anche loro sono costretti, numeri alla mano, a riconoscere che la legge 40 è una buona legge». Anzi, Porcu sottolinea come «dal referendum a oggi, i progressi nel campo del congelamento degli ovociti hanno fatto enormi passi in avanti fornendo risultati ancora migliori delle previsioni». Dev'essersene accorto anche Carlo Flamigni, il guru della fecondazione assistita in Italia che della Porcu è stato maestro e che opera proprio a Bologna. Solo poco tempo fa, con un comunicato stampa, Flamigni ha reso note le grandi possibilità aperte sugli ovociti, dimenticandosi di dire, però, quanto li avesse denigrati solo qualche mese addietro. Non sorprenda la faccia tosta di Flamigni, da sempre - si sa - gli unici embrioni che valuta degni di essere salvati sono quelli a forma di euro. (Tempi)
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