21.4.07

C'ERANO MOLTE VERITA' CRISTIANE IMPAZZITE


“Nella biblioteca dell'università mi imbattei in un fascicolo di Esprit, la rivista diretta da Emmanuel Mounier. Io non lo conoscevo, ma sapevo che era amico e allievo di Jacques Maritain, e Maritain era allora l'avanguardia della cultura cattolica mondiale, così volli leggerlo. C'era scritto che non era vero che il comunismo russo era la peste, che a dipingerlo così erano i fascisti e le "demoplutocrazie", ma i comunisti in realtà erano più cristiani di noi. Se lo dice questo qui che è allievo di Maritain, mi dissi, bisogna andare a vedere. Così allo scoppio della guerra, mentre tutti cercavano di imboscarsi, io chiesi di essere mandato sul fronte russo. Fu l'esperienza definitiva della mia vita.”
Che cosa scoprì?
“Parlai tantissimo con i russi, per quel che permetteva la lingua, e scoprii qualcosa di terrificante: non c'era una famiglia che non avesse almeno un membro ucciso dal regime o deportato in Siberia. Raccolsi i racconti degli anni terribili della carestia in Ucraina e del cannibalismo che ne seguì. Quella vicenda mi fece toccare con mano la verità di quel che aveva scritto sant'Agostino millecinquecento anni prima: o si costruisce la città di Dio, o inevitabilmente si costruisce la città del Principe di questo mondo. E decisi che dovevo raccontare quel che avevo visto. Nacquero così i miei primi libri, sostanzialmente autobiografici, I più non ritornano, I soldati del re, e naturalmente Il cavallo rosso.”

Torniamo a Maritain e Mounier. Come li ha guardati dopo l'esperienza russa?
“Li ho combattuti con tutte le mie forze, perché ho capito quale era il loro errore. Maritain in origine era un socialista rivoluzionario ateo; poi Dio gli ha toccato il cuore, ma lui è rimasto accecato dal fatto che nel bagaglio culturale dei marxisti e dei laicisti - che erano suoi amici - c'erano molte verità cristiane impazzite, come direbbe Chesterton. Maritain si definì un minatore che cercava valori e virtù cristiani nascosti nel mondo laico, e finì per convincersi che costoro - che lui era ansioso di conquistare alla sua nuova fede - fossero in sostanza già cristiani, e che si potesse costruire una "nuova cristianità" con marxisti e laici.”
E in cosa consiste l'errore?
“Nel fatto che una verità, un valore o una virtù cristiani, messi nel bagaglio degli altri, li rendono ancora più avversi al cristianesimo. Lo spirito di abnegazione è certamente un valore cristiano, ma al servizio di una causa sbagliata la rende solo più micidiale. Nel Vangelo la verità è fondamentale come la carità. Dobbiamo lavorare per aiutare gli uomini a non staccarsi mai dalla verità.”
(Dall’intervista di Eugenio Corti a Tempi)

Eugenio Corti è nato a Besana Brianza nel 1921 ha esordito nel 1947 con I più non ritornano. È internazionalmente noto per il romanzo Il cavallo rosso (1983), mirabile affresco dell'Italia e dell'Europa dal 1940 al 1974. Tra le opere successive Gli ultimi soldati del re; la tragedia Processo e morte di Stalin; i saggi L'esperimento comunista, sintesi di ciò che è costato all'umanità il comunismo, e Il fumo nel Tempio, sulla crisi del mondo cattolico. Nel 2000 è stato insignito del Premio Internazionale Medaglia d'Oro al merito della Cultura Cattolica.