22.9.08

LA COSTRUZIONE EUROPEA


Vi è una derivazione concettuale tra la disinvolta pratica del relativismo, gli eccessi antireligiosi e anticristiani e la regressione culturale ed etica delle società. E non si vede, a questo punto, chi avrebbe interesse a nascondersi tale nesso: non certo coloro che, abbandonando saccenteria ed arroganza, vogliono superare la situazione di stallo in cui si trova la costruzione europea e intendono effettivamente radicare l’Europa nella coscienza dei popoli, così che − fiorendo − dia legittimità morale a carte e trattati, e procuri un orizzonte di senso ad una legislazione comunitaria che non si contrapponga artificiosamente alle tradizioni e alle culture delle nazioni, ma sia con queste in un rapporto di intelligente sussidiarietà. Osservava, nel suo recente viaggio in Francia, Benedetto XVI: «Quando il cittadino europeo vedrà e sperimenterà personalmente che i diritti inalienabili della persona umana, dal concepimento fino alla morte naturale, come anche quelli relativi all’educazione libera, alla vita familiare, al lavoro, senza dimenticare naturalmente i diritti religiosi, quando dunque il cittadino europeo si renderà conto che questi diritti, che costituiscono un tutto indissolubile, sono promossi e rispettati, allora comprenderà pienamente la grandezza dell’edificio dell’Unione e ne diverrà un attivo artefice» (Discorso all’Eliseo, 12 settembre 2008).”

22 settembre 2008
Dal discorso del presidente della Cei Angelo Bagnasco ai vescovi italiani