12.9.08

LA GRANDE TRANSIZIONE




“La più grande transizione della Storia. I ritmi di cambiamento, millenari fino all'Illuminismo, poi centenari, sono ora mensili. Dai fratelli Wright (1903) alla Luna, da Gutemberg al WEB, da Pasteur ai trapianti, agli antibiotici al DNA, dai Curie alle centrali nucleari, dalla macchina a vapore ai Robots, da Meucci ai cellulari satellitari, dalle sottane alle minigonne di Mary Quant, dai Fratelli Lumiere alla TV. L'umanità è attonita, è nel guado della Storia. Non perdiamoci di vista”
E ‘ indubbio che il mondo avrà sempre meno bisogno di forza lavoro. L'innovazione tecnologica sostituisce il lavoro umano con le macchine in quasi tutti i settori e i comparti dell'economia globale.
Jeremy Rifkin [La fine del lavoro – ed. Mondadori] dichiara: «Quando parlo di "fine del lavoro" mi riferisco alla fine di un lavoro regolarizzato, con tutti i benefici e soprattutto le garanzie a cui eravamo abituati. Alcuni mestieri, poi, sono destinati a scomparire. E' toccato per primi agli agricoltori, poi agli operai. Ma anche commessi, segretarie, impiegati di banca, quadri e dirigenti di medio livello sono in via d'estinzione».
Egli prevede che: «Il mondo si polarizzerà in due forze difficilmente conciliabili. Da una parte un'élite di tecnocrati, dall'altra una massa crescente di disoccupati, per altro visibile, visto che oggi i senza lavoro sono già un miliardo. In mezzo la fetta più grossa, formata da sottoccupati e lavoratori part-time».
«All'interno di questa rivoluzione tecnologica vedo buone prospettive per chi lavora o intende lavorare nel settore della conoscenza (Rifkin lo chiama "Knowledge sector"). Ma i posti offerti da quest'area saranno infinitamente minori rispetto a quelli espulsi dai settori manifatturiero e dei servizi».
Nel prossimo futuro il lavoro sarà caratterizzato da: un mercato composto da lavoratori d'élite; la Pubblica Amministrazione con sempre meno colletti bianchi; il Terzo settore con ruolo di soggetto politico; la criminalità organizzata, che in molti Paesi rappresenta ormai il più grande produttore di lavoro e il maggior datore di lavoro.
L’automazione esalterà in particolare le facoltà umane a sfondo intellettivo e creativo. La svalutazione del lavoro fisico e delle mansioni a contenuti ripetitivi innalzerà i valori della conoscenza e dell’inventiva. Il tempo da dedicare allo studio ed alla formazione si dilaterà a livelli dominanti.
Il modello formativo prevederà una percentuale altissima del tempo dedicata alla formazione per un’operatività di limitatissima durata e, spesso, solo potenziale. Ad una minoranza umana molto esigua “digitalizzata” si contrappone drammaticamente, una maggioranza oceanica di esclusi dalle vecchie e nuove conoscenze su cui imperversano la fame, le malattie, le guerre.
I mega-problemi riguarderanno l’occupazione, la ridistribuzione della ricchezza, il tempo libero. Essi riguarderanno, direttamente, miliardi di uomini e indirettamente l’umanità intera.
Invece di affrontare le sfide che si prospettano per il futuro, l’umanità è alle prese con fenomeni irrazionali quali il terrorismo, gli scontri religiosi ed etnico-razziali.