11.3.12

LA CATTIVERIA SPREZZANTE DEI CATTOLICI DI SINISTRA

Anche grandi uomini della sinistra cattolica del passato come La Pira e Dossetti, gente di primissimo ordine, avevano in comune la quasi assoluta impermeabilità all’ironia, alla leggerezza, al senso dell’umorismo e anche della tolleranza per l’avversario. Quando i democristiani di allora ebbero nelle loro file un cattolico dotato di una ironia sferzante e un senso dell’umorismo da premio Nobel, Mario Melloni, lo misero in fuga e quello diventò il corsivista principe dell’ Unità . Tutti i membri di quella antropologia manifestano o hanno manifestato forti idee sociali intransigenti e tassative, ma sopra tutto una velenosa voglia di colpire con rabbia.
Vittorio Messori, un grande intellettuale cattolico, diceva sedici anni fa in una intervista al Mondo mentre Romano Prodi era al governo: «Temo molto più un cattolico di sinistra di un postcomunista. È un gruppo ristretto di gente che scrive sui giornali, va in tv, guida organizzazioni, mentre la maggioranza dei cattolici, che non partecipano alla vita della parrocchia, non si riconosce in Prodi, anzi». E ancora: «C’è sempre un certo ritardo del mondo clericale, che in fondo ha resistito 200 anni alla modernità, per scoprirla con il Concilio Vaticano II quando questa stava per morire. Oggi gli ultimi maoisti sono i frati sudamericani, le ultime a credere nella psicanalisi sono le suore americane. Ecco perché temo molto più un cattolico di sinistra di un postcomunista. È gente che ancora non ha scoperto che dietro termini come solidarietà e stato sociale, così nobili da apparire evangelici, in realtà c’è il trucco. Una mistificazione che spaccia per solidarietà le pensioni ai quarantenni o ai falsi invalidi». Molta retorica sulla povertà e la ricchezza, la prima sempre santa e la seconda sempre merda del diavolo.